Il 6 marzo 1975 è la data di esattamente 45 anni fa che segnò un cambiamento epocale per milioni di persone. Fu in quel giorno, infatti, che il parlamento italiano approvò la legge per abbassare la maggiore età dai 21 ai 18 anni. Aldo Moro, Luigi Gui, Oronzo Reale e Giovanni Leone furono gli artefici del provvedimento grazie al quale, in una sola notte, milioni di giovani si ritrovarono adulti, pronti a vivere in pieno la propria vita, a prendere le proprie decisioni e a esprimere il proprio consenso nel voto delle elezioni del mese di giugno. Quei milioni di nuovi elettori portarono una grande scossa nel panorama politico, destinato a mutare in maniera radicale.
Ovviamente, la ridiscussione del concetto di maggiore età non equivaleva solo al semplice diritto di voto. Nel momento in cui si abbassava la maggiore età, veniva abbassata anche l’età per conseguire la patente, per andare nei cinema che trasmettevano film vietati ai minori, per sentirsi liberi in ciò che fino ad allora non veniva concesso. Da quel giorno, con la maggiore età si acquisisce la capacità di agire, da non confondere con la capacità giuridica, che si acquisisce, invece, direttamente con la nascita, mentre i minorenni restano sottoposti alla potestà genitoriale.
Giornalista