La veggente che, nel 2008, aveva previsto il Covid-19

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Ultimamente ci sembra di vivere in apnea, come in una grande bolla: tratteniamo respiro e movimenti per non farla scoppiare. Dobbiamo rivedere i nostri stili di vita, essere più sobri e coscienziosi e riprogrammare i nostri piani per le prossime tre settimane. Reset. Forse si potrebbe immaginare proprio a una resettazione. Stare in casa, dedicarci a noi, leggere. E, piuttosto, prendere alla leggera notizie che spesso possono creare ulteriore panico o allarmismo, ma che dovrebbero essere prese con più leggerezza. Come, per esempio, questo articolo, che in questi giorni potrebbe farci fare un sorriso e, nello stesso tempo, ben sperare. Perché no?

Avete mai sentito parlare di Sylvia Browne? Fino a pochi giorni fa, io onestamente, no! Quando sento parlare di sensitive, lascio passare. Non parlo di sesto senso, la cosa è ben diversa. Silvia Browne, morta nel 2013 in California, era una sensitiva molto conosciuta negli Stati Uniti, che aveva partecipato come consulente di polizia e FBI a centinaia di casi di sparizioni e omicidi. Questa donna dichiarava di avere doti medianiche sin da quando era bambina, ed è stata autrice di decine di libri sul tema, molti dei quali tradotti e pubblicati anche in Italia.

È proprio in uno di questi libri, intitolato End of a days, pubblicato nel 2008, esattamente a pagina 120 del testo originale in inglese, che si legge questa profezia: “Entro il 2020 diventerà prassi indossare in pubblico mascherine chirurgiche e guanti di gomma a causa di un’epidemia di una grave malattia simile alla polmonite, che attaccherà sia i polmoni sia i canali bronchiali e che sarà refrattaria a ogni tipo di cura. Tale patologia sarà particolarmente sconcertante perché, dopo aver provocato un inverno di panico assoluto, quasi in maniera più sconcertante della malattia stessa improvvisamente svanirà con la stessa velocità con cui è arrivata, tornerà all’attacco nuovamente dopo dieci anni, e poi scomparirà completamente”.

Molti parlano di coincidenza, facendo notare che nello stesso libro si parla anche di un’altra malattia batterica prevista per il 2010 che poi non si è verificata. Si pensa che la Browne sarebbe stata influenzata dall’epidemia di SARS avvenuta nel 2004, cioè quattro anni prima dell’uscita del libro in oggetto. Leggere tali parole lascia tutti a bocca aperta: chi ci crede e chi no, guardi questa notizia con un sorriso e con leggerezza, se può essere un modo per sdrammatizzare i toni. Tra l’altro, vale la pena rimarcare il lato positivo di questa “profezia”, secondo la quale l’epidemia sparirà improvvisamente, salvo poi ripresentarsi tra dieci anni… Chi vivrà, vedrà!