Ieri, 29 marzo, la comunità di Guardia Sanframondi e buona parte dei fedeli dei paesi limitrofi, si sono stretti in un unico abbraccio virtuale durante un evento straordinario che si è svolto nel Santuario della Madonna dell’Assunta. Alle 12 si è tenuto l’evento fortemente voluto dal Parroco Don Giustino di Santo, l’invocazione della Madonna Assunta e della sua protezione con il suono dei campanelli. No, non parlo di campane a festa, non di campanelli qualunque: i Campanelli di Guardia Sanframondi sono i campanelli per antonomasia, simbolo dell’amore di un popolo verso la sua Madonna, manifestazione di una radicata tradizione di fede e devozione che si rinnova da secoli.
“… E, in vero, un fremito corre per le vene al suono di quei campanelli; i corpi si curvano come sotto l’impulso d’una forza misteriosa; una compunzione sincera, una profonda emozione si impossessa del cuore umano… Coi rintocchi or celeri or lenti, fanno provare all’uomo ogni più svariato affetto: fanno vedere l’abisso della nullità umana, fanno sentire il fascino delle celesti cose…”.
Questa è la descrizione poetica di Padre Adolfo De Blasio, sacerdote e studioso di Guardia Sanframondi, poetica come poetico è il suono di queste piccole grandi campane, e poetica l’apertura dell’animo e del cuore in ogni guardiese a ogni scampanellio. Poetica è la loro sonorità, certamente non avvicinabile a qualsiasi altro campanello.
Secondo la tradizione storica, i campanelli furono rinvenuti insieme alla statua della Madonna Assunta nel territorio di Limata, borgo ridotto in macerie in seguito al suo abbandono causato dallo scoppio di una tremenda epidemia, oggi limitrofo a San Lorenzo Maggiore. Sono due campanelli, diversi in quanto a grandezza, di dimensioni non notevoli, legati a un unico sostegno di legno con delle impugnature metalliche ai lati, grazie alle quali risultano facilmente trasportabili, oggi collocati all’interno del Santuario dell’Assunta, proprio sotto la nicchia della Madonna. Sulla fascia di quello più grande è riportato l’anno di fusione e una scritta a rilievo dice: Jesus Maria-1048; entrambi, invece, recano la stessa incisione Assunta e Pietro Pascale. Molte le ipotesi su chi fossero davvero questi personaggi, tra le più probabili quella che si potesse trattare di due offerenti alla Vergine. Su entrambi vi sono semplici decorazioni a rilievo, con l’immagine della Madonna. La religiosità popolare attribuisce ai campanelli il compito di convocare la comunità per una pubblica preghiera.
Le occasioni in cui si può assistere al loro affascinante suono sono tre: la richiesta di intercessione della Madonna dell’Assunta in caso di calamità naturali; in occasione delle processioni penitenziali; in occasione delle questue rionali. Sappiamo che i Riti di penitenza in occasione dell’Assunta si svolgono ogni sette anni. Sette anni è la scansione del tempo di ogni guardiese, ogni sette anni è il loro modo di contare e di saper attendere e, nel frattempo, di prepararsi alla più grande delle penitenze. L’ultimo anno in cui si sono celebrati i Riti è stato il 2017. Il primo importante simbolo dei Riti è proprio quello sonoro, il magico suono ritmato dei campanelli che accompagna gran parte dello svolgimento della manifestazione guardiese. Nell’anno in cui si celebrano i Riti Settennali, nella prima domenica dopo il 26 maggio, festività del Santo patrono Filippo Neri, i Rioni Croce, Portella, Fontanella e Piazza, iniziano la loro questua, per poter finanziare la manifestazione che di lì a pochi mesi andrà a cominciare. In realtà, il suono dei campanelli in ogni rione non segna solo l’inizio della questua: è proprio un modo per richiamare gli animi degli abitanti, per ricordar loro che ci si sta per preparare a questo periodo di assoluta devozione, in cui Fede e speranza si intrecciano nei cuori di ogni guardiese. Al termine della prima messa ordinaria al Santuario, i rappresentanti del Rione Croce prelevano i campanelli dal loro alloggiamento sotto la nicchia e, dopo essere stati benedetti, vengono portati fuori dal Santuario per poi essere riconsegnati, qualche ora dopo, al Parroco. Questo accade per quattro domeniche successive, ogni domenica è la volta di un rione. Bisogna essere molto attenti nel trasporto di questi bellissimi strumenti: finché non si raggiunge il proprio rione, si cammina con i campanelli alzati e bloccati per non farli suonare mentre si sta attraversando un rione diverso dal proprio. Quando il corteo arriva in prossimità del rione di appartenenza si iniziano a far suonare i campanelli ed è gioia per ogni abitante. Il loro suono è melodia pura, a ogni scampanellio vibra una corda del cuore e dello Spirito di ogni guardiese. “Sono usciti i campanelli” è la tipica espressione dei guardiesi tanto devoti alla Madonna dell’Assunta.
I campanelli suonano anche il giorno della processione della Madonna Assunta, la domenica che coincide con l’ultimo giorno dei Riti Settennali. Sono i primi a uscire dal Santuario, precedendo la processione dei vari Rioni, con i loro figuranti, in primis il Rione Croce nel quale procedono anche Flagellanti e Battenti, a seguire i Rioni Portella, Fontanella e Piazza, le autorità istituzionali ed ecclesiastiche e infine la Madonna. Quando i campanelli raggiungono i vari rioni, passano tra le mani dei rappresentanti degli stessi che li fanno suonare di volta in volta. Al loro ritorno al Santuario, i campanelli aspettano il rientro dell’Assunta e le vanno incontro per rientrare insieme in Chiesa. Nei secoli passati, i campanelli uscivano in processione anche per evocare l’intercessione della Madonna in particolari casi di calamità: quando, ad esempio, a causa della forte siccità si invocava l’arrivo delle piogge, oppure, al contrario, quando, dopo abbondanti piogge, si invocava il bel tempo. Ma i campanelli “uscivano” anche in caso di carestie o pestilenze.
Ecco il motivo per cui ieri il loro intenso suono ha scosso ed emozionato i guardiesi e tanti fedeli della comunità circostante. A causa delle attuali restrizioni governative, non è stato possibile vederli in processione, ma dall’interno del Santuario, grazie alla filodiffusione e alla diretta Facebook, i campanelli hanno risuonato e sono entrati nelle case e nei cuori di ogni devoto. Per chi è semplicemente un curioso visitatore dei Riti Settennali, il suono dei campanelli potrebbe essere paragonato a un qualsiasi suono di campane. Per i guardiesi non è così: quel tintinnio vibrante, quello scampanio squillante, tocca le corde del cuore e gli animi di chi vive dal profondo tanta devozione. Stare in casa e ascoltare i campanelli che mano mano si avvicinano, l’ascolto dei loro scampanelii prima della processione della Vergine, toccano le corde più profonde dell’emotività dei guardiesi e dell’amore grande che questo popolo versa nei confronti della Madonna Assunta; sono la melodia più importante di questa devozione, antica secoli, un’antica tradizione religiosa che lega il popolo di Guardia Sanframondi in un unico Credo. Il suono melodioso dei campanelli apre il cuore dei devoti guardiesi a “Fede e coraggio”.
In copertina: Foto dei campanelli nel Santuario della Madonna dell’Assunta di Antonio Lucia Foschini. Nel testo: foto dei campanelli nei rioni di Guardia Sanframondi, dal sito www.ritisettennali.org.
Giornalista