La processione della spada di San Michele: non accadeva dal 1656 per fermare la peste

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Possiamo affermare che la devozione dei fedeli si stia acuendo maggiormente negli ultimi periodi. Pochi giorni fa eaccontammo dei campanelli di Guardia Sanframondi, che suonano solo in determinati momenti e in caso di richiesta di intercessione alla Madonna Assunta durante particolari calamità naturali. Oggi ci spostiamo in Puglia, a Monte Sant’Angelo, una città deserta, dove il giorno della Domenica delle Palme è accaduto qualcosa che non accadeva dal 1656.

Quell’anno, infatti, per la prima volta, la spada dell’Arcangelo Michele andò in processione per liberare la città dalla peste. La spada di San Michele, infatti, esce dalla sua teca e sfila in processione solo il 29 settembre, in occasione della celebrazione dedicata all’Arcangelo. Domenica scorsa, come nel 1656, in processione la teca con la spada ha lasciato la Basilica di San Michele, varcando il cancello di ferro, per richiedere l’intercessione del Santo e la benedizione del mondo durante questa pandemia. Il silenzio della quarantena è stato così interrotto dal rumore del vento e delle campane del Santuario.

Poi si è tenuta la benedizione a tutti i popoli, come ha già fatto Papa Francesco sul sagrato della Basilica di San Pietro, solo. Tra i simboli sacri rivolti ai quattro angoli del mondo anche la Croce che Federico II donò al Santuario di San Michele al ritorno dalla crociata del 1228, con dentro incastonato un frammento della croce di Gerusalemme di Gesù. Infine la preghiera del sindaco Pierpaolo D’Arienzo, rivolta ai suoi concittadini: “Accetta questa nostra preghiera, difendi con la tua spada la nostra città, il nostro Paese da questa pandemia. Proteggi questo popolo oggi come allora. Dagli la forza di rimanere unito davanti a questa terribile emergenza. Proteggi quelle donne e quegli uomini che hanno preso in braccio l’Italia cercando di traghettarla dall’altra parte del tunnel. Ti supplichiamo, Arcangelo Michele, di darci la forza di costruire una normalità in cui la sanità conta più delle armi, le garanzie dei lavoratori contano più del profitto, la famiglia, cioè le persone con cui abbiamo deciso di condividere la nostra vita, qualsiasi età esse abbiano, conti più di tutto. Che questa nostra preghiera possa essere un canto che sale dritto a Dio”.