Riceviamo e pubblichiamo da Raffaele Pengue
In un periodo come questo di emergenza sanitaria, “restiamo a casa”, ma ancora non impariamo che la salute dovrebbe essere la prima cosa da salvaguardare. Non solo esclusivamente riferito al Covid-19.
L’amministrazione del 2016, quasi fotocopia di quella attuale, deliberò alcune linee guida per limitare l’uso del diserbante. Solo lo scorso anno si è provveduto a sanzionare qualcuno, difficile capire il criterio discrezionale usato. Quest’anno si stanno cercando altre motivazioni per lasciar correre in merito a quanto deliberato eppure i segni del diserbante sono visibili sia su aree private che su aree pubbliche, presumo per opera di privati.
Diserbante usato intorno alle abitazioni, come nella zona dove risiedo, usato nel sottobosco, sugli argini stradali, cunette, vigneti e uliveti. Perché non si interviene?
A detta degli amministratori perché San Lupo non ha più né vigili urbani né guardie campestri. Dagli stessi è trapelato che rivoltisi ai CC si son trovati di fronte al fatto di dover inoltrare denuncia firmata, ipotesi scartata per non prendersi responsabilità. Sono motivazioni sensate queste?
La stessa delibera richiama la relazione esistente tra diserbante e malattie, disfunzioni, malformazioni che vengono accuratamente elencate. Chi si prende la responsabilità di non tenerne conto?
Se alcuni cittadini non hanno un senso di responsabilità civile e di rispetto della salute è mai possibile che le Istituzioni o chi ricopre cariche anche a tutela della salute e per le quali si è proposto, si livellino a quei cittadini che non se ne curano?
Non sarebbe invece il caso di intraprendere azioni che alzino il livello di sensibilità di quella parte di cittadini non rispettosa della propria e altrui salute?