Sono partiti i controlli su chi ha ricevuto il Bonus di 600 euro per il mese di marzo, il Bonus che il Governo ha stanziato quale aiuto nel periodo emergenziale del lockdown a causa del Covid-19. Il Bonus è stato mandato ad aprile a tutti coloro che ne hanno fatto richiesta tramite il sito dell’INPS, e l’Ente non ha fatto controlli. Al giorno 3 maggio, sono stati pagati dall’Istituto3.427.837 indennità, mentre oltre 1,1 milioni di domande non sono state accettate. L’Inps, riguardo alle domande non accettate, ha spiegato che “circa 225 mila presentano Iban errato e si sta comunicando con i lavoratori per variazione; circa 300 mila sono state respinte per cumulo con pensione o reddito di cittadinanza già in pagamento; circa 630 mila avevano requisiti che non hanno superato i controlli e sono in stato di verifica/correzione per categoria sbagliata dall’utente”. Ora sappiamo che alcuni di quei 3 milioni e mezzo di bonifici dovranno esser restituiti. Vediamo nel dettaglio i motivi. Sul portale investireoggi viene ripotrtato che sono soltanto quattri oi casi in cui bisogna restituire il Bonus:
- Chi è iscritto ad un’altra forma previdenziale obbligatoria;
- I titolari di pensione (eccetto per quella di invalidità o reversibilità);
- I titolari di reddito di cittadinanza;
- Altri casi specifici in cui i soggetti, al momento della richiesta, non avevano i requisiti d’accesso, come i lavoratori agricoli, quelli dello spettacolo e gli stagionali. I lavoratori stagionali devono risultare disoccupati dal 17 marzo 2020, quindi devono aver cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra questa data e l’1 gennaio 2019. Gli operai agricoli devono aver effettuato nel 2019 almeno 50 giornate effettive di attività di lavoro agricolo, mentre i lavoratori dello spettacolo devono avere 30 contributi giornalieri versati nel 2019.