Il ritorno a quando i mulini erano bianchi
Nasce quarantacinque anni fa, nel 1975, il mulino che sarebbe poi diventato simbolo di ottimismo, genuinità e semplicità. La famiglia del Mulino Bianco, con la mamma insegnante, il papà giornalista, il nonno e i due figli, ha da sempre destato gioia e serenità nelle case degli italiani. La giovane famiglia si trasferisce per sfuggire al caos e alla frenesia, tipica della città, e giunge nel “vero” Mulino Bianco, che esiste davvero ed è situato a Chiusdino, in provincia di Siena, ancora oggi luogo di visita per molti curiosi e appassionati. Tante le famiglie che si sono ispirate, sin dall’inizio, alla pubblicità dell’abitazione, cercando di riprodurre quei sentimenti principali, presenti nella propaganda, visibile alla televisione; sin dagli anni ’90 molti si recavano al supermercato per comperare le prime confezioni dei biscotti da nomi e forme (Tarallucci, Molinetti, Pale, Campagnole, Galletti) che evocavano la nostalgia di tempi passati e atmosfere contadine.
Il ritorno alla campagna riprodotto dal Mulino Bianco era una risposta per rompere quei ritmi caotici della vita urbana e dell’industrializzazione, in un momento in cui alle tensioni sociali e politiche degli anni di piombo si aggiunse l’embargo petrolifero. Anche oggi, a quarantacinque anni dalla nascita, il regista del film Jeeg Robot firma per Mulino Bianco la nuova campagna pubblicitaria invitando gli italiani a non smettere di cercare ciò che li rende felici. In un periodo delicato come questo che stiamo affrontando, in cui la felicità sembra un miraggio, una strada alternativa per tornare ad essere fiduciosi per un mondo migliore. Un riprendere quella vita di campagna autentica e felice, un ritorno a quando i mulini erano bianchi davvero.