Primi freddi, primo scoppiettare dei camini, pronti ad acquistare ombrelli e castagne, a difenderci dal pungente venticello, perché oggi a Guardia è San Pascasio. Certo, una festa di San Pascasio silente, senza fiera, senza le chiacchiere sul corso, senza quel senso di pura gioia e socialità che caratterizza la bella giornata domenicale ottobrina che ravviva Guardia e ne punzecchia l’orgoglio. E allora, tutti avanti al camino, castagne che scoppiettano, un buon bicchiere di vinello rosso e leggete insieme a me questa storia.
A Guardia Sanframondi, nel cosiddetto “Stretto della Portella” troviamo la chiesetta che, nel 1598, fu fatta edificare dalle sorelle De Susino in onore della Madonna Di Loreto e che in origine era incorporata nel palazzo Francesco Longo, oggi palazzo De Cesare. È la chiesa che ospita la salma di San Pascasio. La cappella, dopo la sua edificazione, rimase col tempo semi abbandonata tanto che, per un lungo periodo, divenne rifugio di molti malviventi, fino a che Alessio Foschini Longo, proprietario del palazzo che la ospita, fece domanda all’Ave Gratia Plena di averla in concessione. A dicembre del 1719, l’Ave Gratia Plena accettò, a patto che la chiesetta fosse mantenuta in buono stato. Fu, dunque, rinnovata e nel 1780 ne fu consacrato l’altare. Nel 1795, per concessione del pontefice Pio VI, la famiglia Foschini Longo ottenne le spoglie di San Pascasio e da quel momento la chiesa prende il nome del Santo. Una cappella decorata con stucchi, dipinti e marmi incrostati. Gli affreschi più importanti risalgono al Settecento e da essi si nota grande influenza dell’arte sacra napoletana di quel periodo; affreschi realizzati molto probabilmente da un pittore locale di cui non si conosce l’identità, ipotesi dovuta al fatto che vengono rappresentate molte scene della quotidianità locale. Molti di essi ritraggono scene e santi dell’Antico e del Nuovo Testamento, mentre il pavimento della piccola, sacra struttura è decorato in ceramica di Cerreto Sannita. (Nella foto in basso, l’interno della cappella in una foto di Rossana Falato)
Passarono pochi anni da quel 1795 e il popolo guardiese cominciò a venerare sempre più la figura di San Pascasio tanto che, ogni anno a ottobre, durante la terza domenica, i devoti abitanti si recano alla Santa Messa nella piccola cappella e si svolge, nelle strade del paese, una fiera in onore del Santo. Una ricorrenza molto sentite e partecipate dai guardiesi tutti e dai paesi vicini. Principalmente, la fiera, che occupava buona parte del paese, era rivolta alla vendita di bestiame, maggiormente agricolo, a richiamo dell’identità rurale del borgo. Col passare degli anni, essa ha abbandonato la caratteristica di commercio di bestiame e si è trasformata in fiera di oggettistica varia e abbigliamento, giochi per bambini, ombrelli e tante castagne. Un appuntamento, come tanti nella bella Guardia, che unisce i cuori più disparati e a volte smarriti, che fa subito amici e famiglia. Un appuntamento sentito, che apre a quelle emozioni a cui nessuno vuole rinunciare. E anche quando bisogna rinunciarvi, come in questo anno bizzarro e davvero dispettoso, continua a essere San Pascasio nel cuore di ogni guardiese, sulla tavola di ogni famiglia, nello scoppiettare delle fresche castagne che incominciamo ad assaggiare.
Giornalista