Castello del Matese è un piccolissimo borgo che si trova a ridosso del confine tra Campania e Molise, le cui origini sono alquanto incerte ma certamente sannite, quindi roccaforte difensiva nel periodo normanno. Secondo alcuni storici, Castello Matese era l’antica Allifae, importante città sannitica, mentre secondo altri essa era l’antica Piedimonte. La prima citazione del paesino che supera di poco i mille abitanti fu fatta da Tito Livio nel XIII secolo. Si trova in un luogo che gli amanti della natura, e gli appassionati di zone montane e del massiccio matesino non possono certamente ignorare. Uno dei tanti e bellissimi borghi sanniti che, di colpo, possono farci catapultare nel Medioevo, in un periodo storico che, benché ancorato alle bellezze e alle radici del passato, vive la sua attualità a testa alta, nella sinuosità e nell’eleganza del suo profilo che la rende un vero e proprio gioiellino dell’area matesina. Il merito principale è dei suoi vicoli in pietra, dei suoi torrioni e di quella magica atmosfera che il suo selciato trasmette e che sa incantare. Un borgo che si trova a 476 metri di altezza, dove i rumori, il caos e lo stress cittadino sono ben lontani dalla quotidianità. Il suo antico castello medievale è certamente il punto d’interesse principale. Le cinque torri del fortilizio furono costruite sui resti di un’antica muraglia sannitica appartenenti, probabilmente, all’antica città di Cluvia. La torre principale, grazie alle sue notevoli dimensioni, oltre che per scopi difensivi, un tempo veniva utilizzata anche come cisterna d’acqua, viste le sue notevoli dimensioni. Oggi di quella fortificazione rimangono solo due torri cilindriche e alcune vestigia delle mura, che sono il tratto distintivo del borgo. Un punto che fa innamorare, considerato uno dei più bei punti panoramici della zona: infatti, sia il castello che la piazza principale si affacciano su una terrazza tra le valli del Rivo e del Torano, con un’occhiata su Vesuvio, e lo spettacolo che offrono è impagabile. (Nella foto in basso di Mario Aielli, una torre).
Il rinomato fortilizio di Castello, gioiello matesino, nasconde la storia di un assedio. Ci riferiamo alla prima citazione di cui sopra, quella di Tito Livio. Essa, risalente al XIII secolo, ci racconta delle battaglie tra guelfi e ghibellini, periodo in cui si consumò un violento assedio tra i soldati guelfi e la guarnigione di Tommaso d’Aquino, all’epoca signore ghibellino. La Giostra Medievale che si svolge ogni anno nel primo fine settimana di agosto altro non è che la rievocazione storica di quell’episodio del lontano 1460, quando Castello del Matese era la rocca alta di Piedimonte Matese, fedele a Ferdinando I di Aragona, e venne attaccata dai baroni ribelli. Un appuntamento culturale molto caratteristico, amato e atteso che vede, anno dopo anno, un crescente numero di visitatori e appassionati. Grazie alle sue cinque torri, Castello del Matese ha rappresentato una vera e propria roccaforte, e nessun nemico riusciva ad arrivarvi. La più piccola delle due torri che oggi troviamo in questo affascinante borgo presenta una merlatura aggiunta posteriormente, mentre la Torre Grande ha nelle sue fondazioni dei resti di mura megalitiche preromane. Un borgo piccolo e davvero affascinante, intriso di storia e di rievocazioni che vanno lontano nel tempo, passeggiando e lasciandosi incantare dalle sue tipiche viuzze, i suoi vicoletti e le stradine coperte da abitazioni a ponte, i suppigni, che ci riportano all’antico aspetto e impianto urbanistico medievale. Un ambiente incontaminato e rilassante. ricco di paesaggi mozzafiato, che gioca di alternanze, quelle delle verdi pianure con le aspre montagne, dove regna una piacevole aria frizzantina e pulita, che profuma di purezza e di vita. Andare a Castello vuol dire imbattersi nella sua storia, nelle sue pietre, passeggiare sulle rive del Lago Matese, tra il Monte Miletto e la Gallinola, immergersi in rilassanti passeggiate nella natura e corse in mountain bike. E le sue affascinanti valli: la Valle dell’Inferno divide la collina di Castello del Matese a Monte Muto con piccole sorgenti, caverne, grotte, torrenti, il cui primo tratto, la Valle Orsara, presenta i ruderi di un monastero cistercense, costruito nel 1200 dai monaci dell’Abbazia di Santa Maria della Ferrara di Vairano Patenora. Un colpo di fortuna, per chi ama passeggiare o dedicarsi al trekking, sarebbe avvistare l’aquila reale in volo e raggiungere la Valle Concone, dove di recente sono stati avvistati orsi bruni. Un viaggio nel tempo nel cuore del Sannio alifano e del massiccio del Matese.
Giornalista