Siamo tutti in attesa del nuovo DPCM, per capire quale sorte ci attenda a Natale, per immaginare come trascorreremo la magia delle Feste insieme ai nostri cari. Un Natale diverso, indubbiamente, ma diverso è tutto, quest’anno, dal nostro approccio con la quotidianità al nostro modo di relazionarci agli altri. In attesa di tempi migliori, in attesa di uscire dal torpore della zona rossa, affacciamoci in un borgo che ha un animo caloroso, un cuore accogliente e caldo come un presepe. Morcone, il vero presepe del Sannio.
Morcone, nel cuore dell’Appennino campano, nella parte meridionale della catena del Matese, si trova immerso in un paesaggio collinare circondato da ulivi, affacciato sulla Valle del fiume Tammaro, ai confini tra Sannio beneventano e Molise ed è considerato uno dei paesi più belli della Campania che, con il suo centro storico caratterizzato da intrico di vicoli e scalinate inaccessibili ad automobili e ruote di carri, è rimasto tale e quale a un tempo che fu. Le costruzioni del borgo sannita sono caratterizzate da semplicità nelle forme dell’architettura rurale, portali di pietra come ingressi, balconcini con le ringhiere in ferro battuto, comignoli, colombaie e piccole edicole in maiolica, frammiste ad alcuni edifici retrò di inizio secolo scorso con decorazioni liberty sulle pareti. L’impianto cittadino di origine medievale è stato sapientemente restaurato e ha conservato intatto il suo centro storico sviluppatosi attorno alla Rocca. Dopo il terremoto del 1980 si procedette al recupero degli edifici del centro storico, degli slarghi, delle strade e delle piazzette.
Data la sua conformazione e il suo fascino tutto particolare, Morcone viene definita un presepe. Molto nota è la manifestazione chiamata Presepe nel presepe, dato che questo borgo aggrappato alla montagna ha la peculiarità di essere unico. Alcuni ambienti vengono ricreati nella naturalità del centro storico in cui vengono rappresentati i vecchi mestieri, che in passato hanno dato tanto lustro alla cittadina sannita. Salendo le scale, camminando tra vicoli e piazze, ci si imbatte in artigiani, massaie, lavandaie, artisti, pescatori e mercanti oltre a un vero mulino ad acqua perfettamente funzionante. Sono molti, infatti, i mulini e i frantoi ancora ben conservati e che ci ricordano il fascino di un tempo lontano, la maggior parte immersi nel verde, ai confini delle zone abitate. Fuori alla Porta San Marco è possibile assistere alle scene della Natività, dall’Annunciazione a Maria fino alla nascita di Gesù Bambino, con i pastori illuminati dalle fiaccole e dalle ‘ndocce di Agnone e i Magi guidati dalla stella cometa.
In copertina: le ‘ndocce durante la manifestazione presepiale
Giornalista