Sant’Agata de’ Goti, l’opposizione attacca sui buoni spesa

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Comunicato Stampa – Ufficio Stampa, Gruppi consiliari Dei Goti e PD

“Circa due mesi fa sul ‘Sole 24 ore’ si leggeva che nel periodo maggio-settembre 2020, confrontato con gli stessi mesi del 2019, l’incidenza dei “nuovi poveri” (cioè coloro che per la prima volta hanno sperimentato condizioni di disagio e di deprivazione economica tali da dover chiedere aiuto) per effetto dell’emergenza Covid è passata dal 31% al 45%. Secondo il Rapporto Povertà della Caritas “quasi una persona su due che si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta” e quest’anno hanno chiesto aiuto alla Caritas, piegati dall’emergenza sanitaria, anche “tanti piccoli commercianti e lavoratori autonomi” tanto che in ben 136 Diocesi sono stati attivati fondi dedicati, utili a sostenere le spese più urgenti (affitto degli immobili, rate del mutuo, utenze, acquisti utili alla ripartenza dell’attività, ecc.)”. Così inizia la nota stampa dei Gruppi consiliari Dei Goti e PD

Anche il Governo centrale e regionale – continua la nota –  hanno assegnato, in più occasioni, importanti risorse agli Enti Locali (ai Comuni), con destinazione specifica proprio a sostegno delle “nuove criticità” socio economiche determinatesi in questa fase storica con la emergenza pandemica. A Sant’Agata de’ Goti, invece, l’Amministrazione Comunale pensa di aiutare i nuovi poveri bandendo avvisi destinati alla distribuzione dei buoni spesa con limitazioni tali da consentire, soltanto a circa 80 famiglie, di beneficiare dell’aiuto. La cosa grave è anche il numero totale delle richieste, circa 100, insomma un fallimento totale. Che dire, o non vi sono bisogni, oppure, cosa che crediamo seriamente, i bisognosi non hanno più cittadinanza in questa nostra realtà. Conoscere i bisogni e le difficoltà del contesto sociale ed economico che si ambisce a governare dovrebbe essere essenziale per tutti. Far finta di non capire, vedere o sentire è fatto grave e mortificante per una Comunità. Forse bisognerebbe ragionare sulla “maglia delle restrizioni” da applicare e tenere conto dell’esistenza dei nuovi poveri che certamente non sono censiti nelle “vecchie banche dati sociali”.

A meno che questa maggioranza – conclude la nota – non pensi che il nostro territorio sia fuori dalle statistiche nazionali e territoriali. Sarebbe davvero bello se fosse così, ma sappiamo bene che non è la realtà. Abbiamo già interrogato formalmente a riguardo l’Amministrazione locale, non per fare ammuina, ma semplicemente per rappresentare le tante perplessità emergenti! L’unica cosa certa oggi è che le disattenzioni e, probabilmente l’insensibilità di chi aveva  la possibilità,  o meglio ancora, di chi avrebbe dovuto governare il processo, ha di fatti rivoluzionato per molte famiglie santagatesi il “Natale”, che una volta era per TUTTI, oggi è diventato per POCHI.”