Pochi giorni fa, lo scorso 19 gennaio, abbiamo ricordato la nascita di Paul Cézanne, ma il 23 gennaio 1832 nacque a Parigi, da famiglia benestante, un altro grande nome dell’arte mondiale, l’eclettico e rivoluzionario artista, nonché principale sostenitore e rinnegatore della corrente impressionista, Édouard Manet. La sua vena artistica si manifestò in giovane età e, nonostante ciò, il padre lo costrinse alla carriera universitaria e a quella militare. Manet non amava nessuna delle due alternative impostegli dal padre e, tornato a Parigi, riuscì a convincere la famiglia a intraprendere la carriera artistica. Fu così che, dopo un breve periodo di studi da ritrattista, aprì uno studio d’arte insieme all’artista Albert de Balleroy e nel 1856 cominciò gli studi presso l’Accademia di Belle Arti, dove strinse amicizie con i celebri artisti e intellettuali dell’epoca, Edgar Degas, Camille Pissarro, Claude Monet, Alfred Sisley, Pierre-Auguste Renoir, Paul Cézanne e il poeta Charles Baudelaire.
Con la morte del padre nel 1862, Édouard entrò in possesso di una cospicua eredità che gli permise di dedicarsi totalmente ed esclusivamente all’arte, per tutta la sua vita. Fu questo il periodo che vide alla luce una delle sue opere più famose, a cui lavorò con piena dedizione e assiduità, “Le déjeuner sur l’herbe”, che al tempo scatenò non poche polemiche perché ritenuta scandalosa. Gli animi bempensanti della borghesia di Parigi, infatti, si indignarono rumorosamente di fronte alla donna nuda dipinta da Manet, e tacciarono l’intero quadro di una scandalosa indecenza perché la presenza di una donna nuda accanto a degli uomini vestiti non aveva alcun richiamo mitologico, storico o letterario. Nell’opera, Manet rinnegò il chiaroscuro e le mezze tinte e procedette con il colore pieno. Rinnegò, inoltre, quasi totalmente la prospettiva geometrica, cosa particolarmente evidente nella seconda figura femminile in alto, che non solo sembra quasi sospesa nel ruscello, ma ha anche delle dimensioni sproporzionate, soprattutto se confrontate con le architetture arboree circostanti e la barca a remi alla sua destra: la donna a malapena riuscirebbe a entrarci.
Manet fu il primo artista a uscire dagli studi per dipingere la realtà “en plain air”, rifiutando l’uso canonico della prospettiva e dei colori, diventando, di fatto, il primo degli impressionisti, distaccandosi dal Realismo. La sua pittura era priva di forti variazioni chiaroscurali, e più sensibile al contrasto e alle armonie fra i colori piuttosto che alla definizione dei volumi. Tuttavia, manifestò un certo distacco e disinteresse dal movimento impressionista a cui non risparmiava anche aspre critiche. Nel 1879 fu colpito da una grave malattia, l’atassia locomotoria, che lo accompagnò fino alla morte avvenuta il 30 aprile 1883.
In foto: Le déjeuner sur l’herbe, 1863, olio su tela, Museo d’Orsay di Parigi.
Giornalista