Quando, pochi giorni prima, Giorgio Napolitano diede le sue dimissioni come presidente della Repubblica, ben cinque anni prima della scadenza naturale del suo mandato, alla chiusura del semestre italiano di presidenza dell’Unione Europea venne eletto il nuovo presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, politico, giurista e accademico italiano che nel 1998-1999 fu già vicepresidente del Consiglio. Era il 31 gennaio 2015. La sua elezione a presidente della Repubblica italiana avvenne al quarto scrutinio con 665 voti. Tantissimi gli applausi e, per la prima volta, ripetute standing ovation. “Il pensiero va soprattutto e anzitutto alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini. È sufficiente questo”, le sue prime parole da capo dello Stato. La sua personalità fu individuata dal Partito Democratico e la sua candidatura fu ufficialmente proposta da Matteo Renzi il 29 gennaio all’assemblea degli elettori del PD, che decise di votare Mattarella solo al quarto scrutinio, cioè quando il quorum si fosse abbassato alla maggioranza assoluta dei componenti l’assemblea, mentre nei primi tre scrutini avrebbe votato scheda bianca. La candidatura di Sergio Mattarella aveva la grande potenzialità di mettere d’accordo la maggior parte dei partiti politici e in effetti Mattarella fu eletto Presidente con un’ampia condivisione.
Fu infatti dentro al partito di Forza Italia che la spaccatura divenne più evidente con una parte che avrebbe voluto convergere sull’elezione di Sergio Mattarella a presidente, mentre un’altra era pronta ad approfittare di questa occasione per una resa dei conti che riguardava la successione alla leadership di Berlusconi in Forza Italia e nel centrodestra. Ecco, quindi, che il Partito Democratico aveva ritrovato la sua unità attorno alla candidatura di Sergio Mattarella, mentre Silvio Berlusconi dovette faticare parecchio per evitare che le divisioni dentro Forza Italia esplodessero rischiando di spaccare il partito, dopo che già c’erano state la rottura e il dissolvimento del Popolo della Libertà. Silvio Berlusconi riuscì a trovare un compromesso riguardo l’elezione del presidente della Repubblica dichiarando che il suo partito al quarto scrutinio avrebbe votato scheda bianca, anche se, segretamente, nell’urna furono trovate decine di voti a favore di Mattarella anche da Forza Italia.
Giornalista