Oggi, 21 aprile, si festeggia il natale di Roma, una data molto importante per la città. Secondo la leggenda raccontata da Varrone, il 21 aprile del 753 a.C. Romolo fondò la città di Roma. Come si ė arrivati a questa data? Com’è scritto sul sito del Comune di Roma, è una data ottenuta “dai calcoli astrologici del matematico e filosofo del I secolo a.C. Lucio Taruzio Firmano amico sia di Varrone che di Cicerone. Da questa data è derivata la locuzione latina Ab Urbe condita, ovvero ‘dalla fondazione della Città’, che scandiva la cronologia romana prima dell’adozione del calendario gregoriano, a partire dal quale gli anni vengono tradizionalmente numerati a partire dalla nascita di Cristo (Anno Domini)”.
“Romolo gettò le fondamenta delle mura nell’undicesimo giorno precedente le calende di maggio, tra la prima e la seconda ora”. La notizia era conservata nella Raccolta di cose mirabili dello scrittore di epoca tarda Solino (III sec. d.C.). L’orario preciso dell’evento permetteva agli esperti di fare l’oroscopo alla città: Giove nei Pesci, Saturno, Venere, Marte e Mercurio nello Scorpione, Sole nel Toro, Luna nella Bilancia. Quel giorno, l’undicesimo precedente le calende di maggio, era ritenuto quello di fondazione della città almeno già dall’età di Cicerone e i Romani ne festeggiavano la ricorrenza proprio come fosse quello della nascita di una persona. La data coincideva con quella della festa pastorale di primavera dei Parilia (o Palilia), che serviva a propiziare la fertilità del bestiame. Quello era un giorno adatto per l’inizio di una nuova città fondata e abitata essenzialmente da pastori. La colonia Roma venne fondata sulla base di un patrimonio di conoscenze proveniente dall’Etruria, secondo modalità etrusca. Al di là della tradizione che fa risalire il nome della città a Romolo, suo fondatore, si ipotizza che il nome Roma derivi proprio da una parola etrusca, collegata al nome del fiume Tevere, Rumon in etrusco mentre una diversa ipotesi è quella che fa discendere il nome Roma da altra parola della lingua etrusca: Ruma, la quale significherebbe mammella, in ricordo della forma tondeggiante dei suoi colli, o della storia dei gemelli e della Lupa.
Celebre è il rito dell’aratura di un solco per costituire il perimetro della città e il tracciato delle future mura. L’aratura del solco primigenio costituiva per i romani il punto di partenza di ogni nuovo insediamento e le mura assumevano un valore simbolico rilevante per i nuovi abitanti, rappresentando la città stessa. La figura di Romolo, fondatore e fratricida, venne vista con diffidenza. Secondo la storiografia moderna, Roma non fu fondata con un atto volontario ma, come altri centri coevi dell’Italia centrale, dalla progressiva riunione di villaggi sparsi, con un fenomeno detto sinecismo urbano. Secondo la leggenda, la città di Roma fu fondata da Romolo, discendente dalla stirpe reale di Alba Longa. Ascanio, figlio di Enea, aveva fondato la città di Albalonga e diversi anni dopo, il figlio e legittimo erede del re Proca di Alba Longa, Numitore, era stato spodestato dal fratello Amulio, che aveva costretto la nipote Rea Silvia, figlia di Numitore, a diventare vestale e a far voto di castità per evitare che generasse un possibile pretendente al trono. Il dio Marte si invaghì di Rea Silvia e dalla loro unione nacquero gemelli, Romolo e Remo. Appena scoperta la loro nascita, Amulio ordinò di farli uccidere, ma il servo incaricato dell’omicidio li abbandonò sulla riva del Tevere finché i due piccoli vennero trovati e allattati da una lupa. Vennero poi scoperti dal pastore Faustolo, che li crebbe insieme alla moglie Acca Larenzia. Diventati grandi e scoperta la loro origine, Romolo e Remo tornano ad Albalonga e uccisero Amulio, restituendo il trono al nonno Numitore e ottenendo poi il permesso di fondare una nuova città. Romolo voleva chiamarla Roma e costruirla sul Palatino, mentre Remo voleva chiamarla Remora e fondarla sull’Aventino. Tra i due fratelli scoppiò un litigio e alla fine Remo morì. Così Romolo potette fondare la sua nuova città e prendere il potere su di sè, diventando il primo dei 7 Re di Roma.
Giornalista