Accadde oggi: 11 maggio 330 d.C., dalle ceneri di Bisanzio nasce Costantinopoli

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L’11 maggio del 330 d.C. si tenne l’atto ufficiale di fondazione della città di Costantinopoli, l’affascinante e storica città scelta dall’Imperatore Costantino per divenire la Nova Roma,o la Città d’Oro, la seconda capitale dell’Impero. Costantinopoli nacque dalle ceneri dell’antica Bisanzio, la città greca che si trovava in un punto strategico del Ponto; una città devastata ai tempi dell’Imperatore Gallieno, finché Costantino decise di riportarla a nuova vita, cambiandole nome e ampliandola. L’ampliò così tanto che la sua superficie passò da 200 a 700 ettari, con la costruzione di nuove mura, di un nuovo porto nel Corno d’Oro, e di un nuovo centro cittadino, degno di una capitale, con un nuovo impianto urbano e con la creazione di nuovi edifici, templi, strutture pubbliche atti a fare della città la nuova Roma.

Secondo la leggenda, in occasione della cerimonia ufficiale, con rito etrusco, fu lo stesso imperatore a tracciare il solco delle mura con la sua lancia, il pomerium, proprio come voleva la tradizione pagana, dando alla città un secondo nome, sacro: Flora, lo stesso di Roma. Al centro del foro della nuova città fu trasportato inoltre il Palladio, la statua protettrice dell’Urbe che, secondo la tradizione, era stata portata da Troia a Roma da Enea. Come per Roma, venne posto un cippo per indicare il centro dell’Impero, la prima pietra miliare da cui misurare tutte le distanze, il Milion. Venne eretto il grandioso complesso dei Palazzi Imperiali accanto al grande circo e al foro dell’Augustaion. Nel foro venne edificata l’aula destinata al Senato. Il nuovo venne rappresentato dalla presenza di una chiesa, la Basilica di Santa Sofia, mentre non fu costruito alcun Colosseo poiché gli spettacoli tra gladiatori erano considerati contrari alla mentalità cristiana. Dal santuario di Delfi, vi vennero traslati la bronzea colonna serpentiforme, dedicata a Pitone e ad Apollo, che venne posta nella spina del grande ippodromo, assieme al tripode celebrativo della vittoria greca nella battaglia di Platea e all’Ercole di Lisippo, simbolo di forza.