I primi dati sul vaccino Pfizer BioNtech relativi alla somministrazione della terza dose mostrano un livello di anticorpi più alto anche contro la variante Delta. Le due case farmaceutiche hanno presentato all’agenzia statunitense Food and Drug Administration (Fda) i dati iniziali della loro sperimentazione a supporto della valutazione della terza dose di vaccino Covid per una futura autorizzazione di questo richiamo in persone dai 16 anni in su. La notizia è riportata da Il Mattino che scrive: “I dati in questione – di fase 1 – saranno «presentati anche all’Agenzia europea del farmaco Ema e ad altri enti regolatori nelle prossime settimane», annunciano le due aziende che hanno avviato un programma di sperimentazione clinica di fase 1/2/3 che valuta la sicurezza, la tollerabilità e l’immunogenicità di una terza dose del vaccino Covid nei partecipanti adulti statunitensi arruolati nel trial di fase 1 relativo al ciclo a due dosi. I partecipanti hanno ricevuto una dose booster di 30 microgrammi del loro vaccino (BNT162b2), 8-9 mesi dopo aver ricevuto la seconda dose“.
Afferma Albert Bourla, presidente e Ceo di Pfizer: “La vaccinazione è il nostro mezzo più efficace per prevenire l’infezione da Covid, in particolare le malattie gravi e il ricovero, e il suo profondo impatto sulla protezione delle vite delle persone è indiscutibileTuttavia, con la continua minaccia della variante Delta e la possibile comparsa di altre varianti in futuro, dobbiamo rimanere vigili contro questo virus altamente contagioso. I dati che abbiamo visto fino ad oggi suggeriscono che una terza dose del nostro vaccino suscita livelli anticorpali che superano significativamente quelli osservati dopo» il regime originario «a due dosi. Siamo lieti di presentare questi dati alla Fda“.