Il suo vero nome era Anjezë Gonxhe Bojaxhiu e nacque nel 1910 in una famiglia profondamente cattolica a Skopje, nell’ex Jugoslavia, e di orgine albanese. Già in adolescenza iniziò a conoscere l’India, dove prese i voti e si trovò a contatto con persone in grande difficoltà. Santa Teresa di Calcutta è stata una vera e propria icona di fede. All’età di 18 anni, spinta dal desiderio di diventare missionaria, entrò nell’istituto delle Suore di Nostra Signora di Loreto, dove ricevette il nome di suor Mary Teresa, in omaggio a Santa Teresa di Lisieux. Nel 1946, durante un viaggio in treno, Madre Teresa ricevette la “chiamata nella chiamata” che la portò a fondare, quattro anni dopo, la comunità religiosa delle Missionarie della Carità, Congregazione che verrà poi riconosciuta ufficialmente nell’arcidiocesi di Calcutta. Nel 1948, la piccola suora con il suo luminoso sorriso indossò, per la prima volta, il sari bianco con i bordi azzurri e uscì dal convento per recarsi nelle periferie degradate di Calcutta, vicino ai più poveri e ai “non voluti, non amati, non curati”. “Non dimenticherò mai il giorno in cui, camminando per una strada di Londra, vidi un uomo seduto, che sembrava terribilmente solo. Andai verso di lui, gli presi la mano e la strinsi. Lui allora esclamò: ‘dopo tanto tempo, sento finalmente il calore di una mano umana’. Il suo viso s’illuminò. Sentiva che c’era qualcuno che teneva a lui. Capii che un’azione così piccola poteva dare tanta gioia. Non accontentiamoci di dare solo del denaro. Il denaro non è sufficiente. Vorrei che ci fossero più persone ad offrire le loro mani per servire ed i loro cuori per amare”.
La sua popolarità crebbe oltre misura. Tutti la ricordavano come una donna minuta e gracile nel suo saio, ma la sua grandezza conquistava il cuore delle persone di tutto il mondo, anche quelle non credenti. “Una Santa per gli atei” la definì Padre Cantalamessa. L’affetto e l’ammirazione per Madre Teresa ha sempre travalicato i confini della fede, tanto che la società civile la insignì del premio Nobel per la Pace nel 1979 “per il suo servizio per i poveri e con i poveri”. In quell’occasione, consapevole di avere di fronte a sé una platea mondiale, la piccola suora dal luminoso sorriso utilizzò il suo discorso di ringraziamento per lanciare un messaggio nel quale parlò dell’aborto: “Se una madre può uccidere suo figlio, chi impedisce agli uomini di uccidersi tra di loro?”. Ed è noto che dedicò la sua vita a lottare contro l’aborto. Dopo la sua morte avvenuta nel 1997, diventò prima beata il 19 ottobre 2003 grazie a Papa Giovanni Paolo II, suo grande amico. Nel 2016, Papa Francesco la rese santa e nell’omelia di canonizzazione disse:
“Madre Teresa […] si è chinata sulle persone sfinite, lasciate morire ai margini delle strade, riconoscendo la dignità che Dio aveva loro dato […]. La sua missione nelle periferie delle città e nelle periferie esistenziali permane ai nostri giorni come testimonianza eloquente della vicinanza di Dio ai più poveri tra i poveri. […] Penso che, forse, avremo un po’ di difficoltà nel chiamarla Santa Teresa: la sua santità è tanto vicina a noi, tanto tenera e feconda che spontaneamente continueremo a dirle ‘Madre Teresa’”.
Giornalista