La sopravvivenza di un culto antico che trova nel “fallo” la sua origine

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Da Priapo a San Cosma, dalla città d’Isernia, passando per l’antica Roma, fino in Giappone: la sopravvivenza di un culto antico che trova nel “fallo” la sua origine.

Il dio Priapo, figlio di Afrodite e di Dioniso, è una divinità primordiale della natura, dei boschi e della vegetazione selvaggia, che nacque con un aspetto grottesco, brutto e con genitali sproporzionati. Un pene che superava il metro di lunghezza e con uno spessore oltre i 20 centimetri. La statua di Priapo veniva posta nei giardini, parchi pubblici e nelle campagne, come guardiano contro i ladri e non è azzardato credere che si possa ritrovare nella sua funzione una simile “sopravvivenza”  nell’odierno spaventapasseri.

Sir William Hamilton, ministro di S. M. Britannica alla corte di Napoli, in una lettera indirizzata a Sir Joseph Banks datata Napoli, 30 dicembre 1781, racconta come “In una provincia lontana meno di cinquanta miglia dalla capitale di questo regno…” abbia fatto “una curiosa scoperta… una specie di culto, ancora reso (sebbene sotto un’altra denominazione) a Priapo”.

Sir Hamilton si riferisce alla città d’Isernia:L’anno scorso, è stata aperta una nuova strada per andare a Napoli nella provincia degli Abruzzi, passando attraverso la città d’Isernia che una volta apparteneva ai Sanniti“. Si trova a raccontare come ad Isernia sopravviva il culto di Priapo ma come questo, ancora una volta, come quasi tutte le feste e i riti pagani, sia stato trasfigurato dalla chiesa che aveva sostituito Priapo con il Santo Cosma che quasi sempre si affianca a San Damiano entrambi entrati nella agiografia come santi medici.

Il 27 settembre si svolgeva, a Isernia, una fiera annuale “…ubicata su un terreno elevato fra due fiumi… a mezzo miglio dalla città e nella parte più alta dove è un’antica chiesa… dedicata ai santi Cosma e Damiano”. Alla fiera sono offerti in pubblica vendita “…alcuni ex voto di cera che rappresentano gli organi genitali maschili, di ogni dimensione”.

I devoti distributori di questi voti portano in una mano un cesto che ne è riempito, e con l’altra, presentano un vassoio per ricevere il denaro… Se chiedete il prezzo di uno di questi voti, vi rispondono: ‘Più ci metti e più meriti‘”.

I voti sono soprattutto portati dalle donne, il governatore d’Isernia, mi ha riferito d’aver sentito una donna dire nel momento in cui presentava un voto fallico: Santo Cosimo benedetto, così lo voglio…”.

I monaci benedettini, a cui apparteneva la chiesa, erano gli artefici di un’altra pratica abbastanza singolare: “Quelli che hanno un membro ammalato si presentano a questo altare e scoprono la parte. Il canonico la unge e dice: ‘Per intercessionem beati Cosmi, liberet te ab omni malo. Amen!’” I monaci facevano uso dell’olio di San Cosma ritenuto avere qualità fortificanti e godere di gran reputazione tale che: “Non se ne consumarono meno di millequattrocento bottiglie, all’altare maggiore…”.

Sir Hamilton non manca di notare come queste pratiche siano molto redditizie perché tutti lasciavano elemosine, e vista la partecipazione di centinaia di fedeli, costituivano un bel tesoretto per i frati. Nell’antica Roma si svolgevano, il 10 agosto, le falloforie in onore di Priapo, feste orgiastiche spesso confuse con le feste in onore di Dionisio (per i latini Bacco), celebrate come feste del raccolto e dell’abbondanza che la Chiesa ha mutato nella festa in onore di San Lorenzo martire.

È abbastanza singolare come in Giappone, a migliaia di chilometri di distanza, si svolga il Festival “Kanamara Matsuri” (sagra del fallo d’acciaio), una tradizione che va avanti da 400 anni, iniziata dalle prostitute per chiedere la protezione degli dei dalle malattie a trasmissione sessuale, dove nella città di Kawasaki si adorava sua maestà il pene, pregando per la fertilità e il benessere della coppia e per la prosperità del matrimonio che ricorda molto la festa d’Isernia, le falloforie romane e il culto di Priapo. Si può solo pensare che il fallo sia nella Storia delle religioni un archetipo, il Totem primordiale da cui ha avuto origine il mondo e intorno al quale si sono costruiti tanti tabù.