Compie 75 anni oggi l’Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia istituito l’11 dicembre 1946, creato inizialmente per aiutare i bambini vittime della Seconda Guerra Mondiale e, in seguito, estesosi all’assistenza umanitaria per i bambini e le loro madri in tutto il mondo. Durante il dopoguerra, la neonata agenzia s’impegnò a sostenere tutti i bambini che avevano vissuto quella esperienza traumatica, sia nei paesi vincitori che in quelli vinti, facendo arrivare razioni alimentari, vestiario, incentivando la nascita di piccole imprese e iniziando una massiccia campagna di vaccinazioni. Missione di solidarietà che ancora oggi guida il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, che ha la sua sede a New York ma è presente in oltre 190 Paesi in via di sviluppo e industrializzazione aiutandoli nella sopravvivenza, nella protezione e nello sviluppo e sensibilizzando la società civile e la classe politica promuovendo pari opportunità. Anche l’Italia dopo la Grande Guerra respirava rovinosamente la polvere delle macerie e fu uno dei primi Stati a essere soccorsi dall’Unicef con grandi aiuti per oltre 900mila madri e bambini, tramite erogazione di generi alimentari e prodotti vitaminici destinati a contrastare il fenomeno del rachitismo, destinati prevalentemente all’Italia centro-meridionale, per un valore di cinque milioni e mezzo di dollari, oltre al contributo di 250mila dollari per la pastorizzazione del latte, per la costruzione di una centrale del latte a Torino e per l’ampliamento di quella già esistente di Roma. Grazie a questa missione umanitaria, l’Italia si rialzò ma il comitato Unicef italiano nacque solo nel 1974.
Finita l’emergenza post-bellica in Europa, l’attenzione cadde sulla drammatica realtà dei paesi in via di sviluppo, dove milioni di bambini morivano di fame e malattie e nel 1959 l’Assemblea generale dell’Onu adottò all’unanimità la Dichiarazione sui diritti del bambino, mentre nel 1965, grazie all’attività di assistenza nel priodo post-bellico fu premiata con il Nobel per la pace. Nel corso degli anni, le iniziative dell’Unicef per sensibilizzare opinione pubblica e governi di tutto il mondo si intensificarono e il 1979 venne proclamato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kurt Waldheim, Anno Internazionale del Bambino con lo scopo essenziale di pubblicizzare al massimo nei paesi industrializzati la problematica in questione. Molta fu l’attenzione rivolta all’istruzione e all’educazione perché sacrosanto era il diritto dei bambini di crescere in un ambiente sano e libero da violenza. Nel 1989 l’Onu adottò la Convenzione sui diritti del fanciullo. Nei suoi 73 anni di attività, l’Unicef non si è occupata solo del benessere dei bambini in tempo di guerra, ma anche di situazioni critiche e a forte rischio, come il caso dell’epidemia di Ebola nell’Africa occidentale e tutt’oggi continua la sua opera umanitaria laddove vi sia bisogno di assistenza ai bambini e alle famiglie più bisognose o che versino in condizioni critiche.
Giornalista