Curiosità: le antiche origini del nome “Telese”

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La torre campanaria di Telese, foto di copertina di Antonio Castellitto

A Telese, nei locali che ospitavano ancora pochi anni fa la Banca Sannitica, fu allestita negli anni ’80 una mostra, frutto dei ritrovamenti del professore Carlo Frangiosa, docente di Archeologia all’Istituto Orientale di Napoli, che riguardavano soprattutto i dintorni dell’area viciniore alla Torre longobarda: in larga parte resti di ceramiche databili intorno all’anno Mille. Il professore, nel corso di un seminario, mi riferì l’ipotesi che la radice di origine indoeuropea Tell o Tel, che ritroviamo ad esempio nell’ebraico Tel=collina (Tel Aviv, Tel al Zaatar) poteva essere alla base della denominazione Tel-ese: luogo in collina. Esistono studi che indicano il prefisso Tel come “luogo in pianura”, in questo caso gli studi si riferiscono al prefisso in riferimento al nome Telesia della citta sannita e mettono in relazione la derivazione del toponimo dalla lingua osca-sabina. 

Libero Petrucci, medico originario di San Salvatore Telesino, vissuto tra il 1793 e il 1865, autore di una Storia di Telese, sostiene varie ipotesi sulle origini del toponimo Telesia: la più suggestiva è sicuramente quella che derivi da Tilisium, vale il dire un luogo di tigli: “È costume di queste Popolazioni rimasto fino a’ nostri giorni di tenersi un piede di tiglio nella pubblica piazza, sotto di cui si radunano i Cittadini per ombreggiare, e meriggiare ne’ caldi Canicolari.”

 Ai piedi di Monte Acero nei pressi di San Salvatore Telesino, ancora resistono dei resti di mura megalitiche (un’antica fortificazione chiamata Arce) che richiamano le mura ciclopiche che circondavano fortezze, acropoli, templi e santuari come ad Alatri in provincia di Frosinone o a Cure, antico centro oggi scomparso, nelle vicinanze di Fara Sabina in provincia di Rieti. In origine, i dintorni del monte dovettero essere abitati degli Opici (popolazione indoeuropea), poi Oschi o Osci; a seguito della fusione con i Sabini divenuti nel V secolo Sanniti. Gli Osci erano un popolo antichissimo, il loro nome sarebbe derivato dal termine ombros (diluvio), cioè il primo popolo comparso in Italia dopo il diluvio.

Nel novembre del 2006, durante dei lavori di scavo per il passaggio di utenze, venne alla luce, nei pressi della torre, l’antica strada romana che attraversava la cittadina, uno scavo, a lato della strada provinciale, che correva dall’attuale questura e finiva nei pressi dell’odierno supermercato, che mise in luce il tracciato romano con tutte le sue stratificazioni. La Via Latina, principale arteria subappenninica tra Roma, Lazio meridionale e Campania, meno famosa dell’Appia Regina Viarum correva, nella sua diramazione a sinistra del Volturno, verso Benevento attraversando le città di: Rufrium (Presenzano) – Aebutiana (Ailano) – Allifae (Alife) – Telesia – Beneventum.

Gli studi del professor Frangiosa attestavano che il nucleo della Telese longobarda fosse nei dintorni della cattedrale e che l’area della città occupasse la zona che va dalla torre all’odierna chiesa parrocchiale da un lato e dalla torre alla centrale elettrica all’opposto. Quando mi occupai degli scavi e dei ritrovamenti, nel 2006, alcuni anziani mi raccontarono che durante i lavori per la realizzazione della centrale elettrica vi erano stati altri ritrovamenti di manufatti che loro ricordavano essere delle “vecchie mura”.