Il 16 gennaio del 27 a.C., il Senato concesse a Gaio Giulio Cesare Ottaviano il titolo di Augusto, il cui nome ufficiale divenne Imperatore Caesar Augustus. “Augusto” era un epiteto che lo sottraeva dalla sfera politica per proiettarlo in una dimensione sacrale e religiosa. Questo termine è da ricollegarsi etimologicamente al verbo latino augere che significa “accrescere” perché gli imperatori sono coloro che accrescono la ricchezza, il benessere, la floridezza dello Stato, grazie al potere che rivestono. Augusto vuol dire anche “venerabile” e, soprattutto, “protetto dagli dei”, termine di buon augurio da cui proprio l’espressione “auguri”. Oltre a questo titolo, ad Augusto venne concessa la corona civica fatta di foglie di quercia, assegnatagli per aver salvato i cittadini dai pericoli esterni, e uno scudo d’oro che fu appeso nell’aula del senato dove erano elencate virtù: virtù, clemenza, giustizia, pietà verso gli dei e la patria.
Ecco nascere l’impero Romano, con questo primo imperatore, chiudendo definitivamente la crisi della Repubblica che non riusciva più a reggere lo Stato attraverso l’oligarchia senatoria, evitando ogni aspetto di usurpazione e di dittatura, giustificando il suo regime dal punto di vista repubblicano. Una delle opere veramente grandiose di Augusto fu la realizzazione dell’unità dell’Impero, facendo collaborare armoniosamente gli elementi eterogenei che lo componevano sotto una forza regolatrice, che assicurava il benessere e la pace, riuscendo a soddisfare l’antico ideale dell’abolizione delle guerre. Augusto riuscì a trasmettere l’immagine di sé come principe pacifico e rese Roma come immagine di trionfatrice universale grazie a un’altezza delle immagini di essa, all’abbellimento della città con nuovi edifici civici grazie all’aiuto di Marco Vipsanio Agrippa, alla tutela degli intellettuali che celebravano il principato, alla riqualificazione del senato e dell’ordine degli equites.
Anche dal punto di vista amministrativo, le riforme del primo imperatore di Roma furono importanti e durature. Riformò il sistema fiscale e monetario, riorganizzò l’amministrazione della città di Roma attribuendo ad alti funzionari statali la cura dell’urbanistica, la responsabilità dell’approvvigionamento alimentare e la gestione delle acque. Riordinò il nuovo sistema amministrativo provinciale anche grazie alla creazione di numerose colonie e municipi. Favorì gli scambi commerciali e culturali grazie alla costruzione di strade, ponti, porti e promosse una politica sociale più equa verso le classi meno abbienti, con elargizioni di grano e la costruzione di nuove opere di pubblica utilità, quali terme, acquedotti e fori. L’impero romano finì nel 395 d.C, dopo la morte di Teodosio I, con la suddivisione in una pars occidentalis e in una pars orientalis, dopo una lunga successione di imperatori, riforme, conquiste, sistemi governativi sempre differenti.
Giornalista