Amedeo Ceniccola: “A proposito della diga di Campolattaro”

Condividi articolo
Riceviamo e pubblichiamo – Dott. Amedeo Ceniccola

Nel sottoscrivere anche le virgole del comunicato stampa diffuso da Coldiretti Campania e, in particolare, sul rinvio delle opere irrigue della diga di Campolattaro considerate “complementari” rispetto a quelle potabili, non posso non stigmatizzare il silenzio assordante dei partiti e delle altre Istituzioni locali, provinciali e regionali. A tal proposito, non posso non ricordare i proclami lanciati in occasione della campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Regionale della Campania da parte di qualche candidato nelle liste a sostegno del Presidente De Luca che raccontava di aver battuto i pugni sul tavolo nelle sedi competenti per far approvare un: “… grandioso progetto per far correre l’acqua anche a Benevento e nella Valle del Vino oltre che a Napoli per farci passare dalla Monocoltura della Falanghina all’Ortofrutta”.

A prescindere da qualsiasi considerazione di carattere tecnico una domanda nasce spontanea: come è possibile che il Presidente della Coldiretti -la maggiore Associazione agricola campana- formuli pubblicamente una denuncia così grave e che tale denuncia sia circondata da un silenzio assordante? Infine, per quanto riguarda i 205 milioni di euro di cui si parla nella delibera della Giunta Regionale n.614 del 28.12.2021 e da utilizzare per realizzare le opere necessarie per l’utilizzo idropotabile delle acque dell’invaso di Campolattaro non posso non ricordare che trattasi di una progettualità vecchia di almeno un ventennio e risale alla Giunta Provinciale presieduta dall’on. Nardone e poi rilanciata dalla presidenza del prof. Aniello Cimitile. A tal proposito, e senza fare polemica, vale la pena rileggere quanto si poteva leggere sulla stampa locale 10 anni orsono: “ La diga di Campolattaro è destinata a mutare gli assetti economici del Sannio: un dovere dare il via ai lavori entro la fine della consiliatura. C’è già una convenzione firmata con una importantissima società, per la definizione della più importante opera mai realizzata nel Sannio. Parliamo, infatti, di 600 milioni di euro”. Questo accadeva e si poteva leggere 10 anni orsono. E stiamo tutti ancora aspettando.