Uno dei papi più apocalittici che a volte, durante il suo papato, ebbe a prendersela con il demonio, fu Paolo VI. Vedeva il diavolo dappertutto, per lui i diavoli erano soprattutto i comunisti che rappresentavano il diavolo in mezzo a noi. Un ospite sgradito e tentatore a cui far risalire tutti i mali, che ritorna come alibi classico nei momenti di instabilità e di crisi in una società che lo imparenta a persone, a cose, a eventi di storia che potrebbero spingere l’assetto sociale al disfacimento.
Quando nuovi fenomeni si spargono e mietono migliaia di vittime, la diagnosi demoniaca prende il sopravvento, immancabilmente: Putin è il diavolo, Hitler era il demonio. Nella mitologia demoniaca dei Greci, gli Inferi erano una regione senza luce o con luce plumbea, dominati da tristezza e terrore, deserti di ogni vegetazione immaginati al di là dell’oceano e che circondano la terra. In seguito, presso i Romani, il regno della morte fu collocato sottoterra e divenne la sede classica, dove Ade (l’invisibile), dopo la vittoria sui Titani, fu chiamato alla giurisdizione.
Ade, abitava in un triste palazzo dalle porte di marmo e soglie di bronzo che una volta varcate non permettevano più di tornare indietro. Ade o Ademeo non saliva mai in superficie se non per rapire la fanciulla Core che sarà la sua sposa e diventerà la regina degli Inferi. Nella geografia degli Inferi, l’Acheronte è il grande fiume infernale, stagnante e paludoso che i defunti devono attraversare sulla barca di Caronte. Cocito, il fiume gelido dei gemiti, è invece un affluente dell’Acheronte, come il Flegetonte, che i Greci immaginavano avesse acque infuocate, per ultimo Stige il figlio di Oceano.
Alla mitologia infernale appartengono i mostri semidivini: Empusa che assume forme varie, ha un piede di bronzo e si nutre di carne umana, prende l’aspetto di una donna e insidia donne e bambini; Eurinomo, demone che divora le carni dei cadaveri appena seppelliti lasciando solo le ossa; Echidna la vipera, mostro sotto forma di un serpente; Cerbero, il cane con tre teste, o cinquanta o cento, secondo la rappresentazione, non concede di tornare indietro varcate le porte di Ade, e si nutre di carne dei vivi; le Chere, divinità che emergono dal profondo e sui campi di battaglia succhiano il sangue ai morenti; le Erinni, chiamate come vendicatrici, balzano dalle tenebre e assalgono i responsabili dei crimini di sangue.
Queste mitologie avranno larga influenza sulla figura del diavolo e sull’ Inferno cristiano. Il diavolo richiamerà, di volta in volta, al dio Pan o un Satiro o un vecchio Sileno o Tutunus (il fallo) adorato dalle vestali che avevano il loro tempio sul Celio a Roma, poi identificato con il dio Priapo. Il diavolo sarà anche Vulcano che sputa fuoco dalle sue tre bocche. Nella tradizione cristiana il termine daimonion (demonio), viene riferito all’atto della possessione e non ad una specifica persona. Satana deriva dall’ebraico: egli è identificato come il dragone o il serpente che Cristo vede cadere dal cielo a guisa di polvere. Beelzebub è nome ebraico usato prevalentemente come attributo per i Farisei e sta a significare “signore della casa” della dimora sotterranea dei demoni. Diavolo, in greco Diàbolos (quegli che si mette di traverso), indica il principe dei demoni, tenta gli uomini, cerca di procurare loro del male, è il padre dei peccatori, per lui e per i suoi angeli ribelli è stato preparato l’Inferno.