Accadde oggi: 6 aprile 2009, il terremoto che colpisce al cuore L’Aquila

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6 aprile 2009: erano le 3:32 del mattino quando una scossa di magnitudo 6.3 sprigionò tutta la sua potenza a L’Aquila e nei centri abitati vicini. Fu una vera catastrofe, che colse bruscamente nel sonno migliaia di persone radendo al suolo case, monumenti, edifici storici, ospedali, università. 309 furono i morti, 1600 i feriti e 80 mila gli sfollati. In tanti non fecero in tempo ad accorgersi del pericolo e fuggire in strada. La terra tremò per tutta la notte e anche nelle settimane seguenti, 150 repliche si registrarono solo nella giornata di martedì 7 aprile. L’epicentro fu individuato a 8 chilometri di profondità e a circa poco più di un chilometro dal centro dell’Aquila. L’intero Centro Italia traballò, fu violentemente scosso dall’immane forza del mostruoso sisma che devastò soprattutto l’Abruzzo ma che si fece avvertire anche a Roma, al punto che perfino le Terme di Caracalla subirono lesioni, e giunse addirittura fino a Napoli.

Tra i paesi distrutti, anche Onna fu rasa completamente al suolo, e diventò il simbolo della tragedia. La macchina dei soccorsi si attivò immediatamente e all’Aquila arrivarono anche tantissimi volontari che si mobilitarono da tutta Italia. Tante le persone che furono estratte vive da Vigili del Fuoco e Protezione Civile: Marta Valente, 24 anni di Bisenti, studentessa di Medicina, venne salvata dopo 23 ore; Eleonora Calesini, 21 anni, di Mondaino, dopo 42 ore, Maria D’Antuono, 98 anni, di Tempera, venne trovata viva dopo 30 ore, e raccontò di averle trascorse lavorando all’uncinetto. I feriti furono ricoverati negli ospedali di Avezzano, Pescara, Chieti, Ancona, Roma, Rieti, Foligno e Terni. Fra le vittime del sisma alcuni nomi noti. Per citarne qualcuno: Lorenzo Sebastiani, giovane rugbysta dell’Aquila Rugby, Lorenzo Cini, pallavolista in serie B e Giuseppe Chiavaroli, calciatore di eccellenza.