Comunicato Stampa – Ufficio Stampa Provincia di Benevento
Allocuzione del vice presidente della Provincia, Nino Lombardi, per la Festa Nazionale della Repubblica 2 giugno 2022, dal Monumento ai Caduti di Benevento.
“Nel 76° anniversario del voto libero, senza limiti di sesso e di censo che, per la prima volta nella storia del Paese, segnò la nascita della Repubblica, torniamo a celebrare in presenza questa fondamentale ricorrenza. Siamo riuniti ai piedi della “Vittoria alata”, il Monumento ai Caduti dello scultore Publio Morbiducci: viviamo tutti insieme questa Festa con sentimenti contrapposti.
Da un lato, c’è la gioia di incrociare i nostri sguardi e di riappropriarci di quella libertà negata dal distanziamento della pandemia; ma, dall’altro, è forte ed imperituro il ricordo di una lunga stagione che ha portato in tante nostre case il dolore e la perdita di tanti nostri cari. Le statistiche, i numeri, le evidenze scientifiche di questi ultimi giorni sembrano attestare che la crisi da Covid 19 sia forse finita o, almeno, sia sotto controllo: e questo lo si deve allo spirito di sacrificio, alla determinazione, al coraggio della nostra gente, insieme alla competenza scientifica, allo spirito di abnegazione e – certamente – all’eroismo dei nostri medici, dei nostri infermieri e di quanti operano nel sistema sanitario.
E questo va sottolineato nel giorno della Festa della Repubblica perché quel 2 giugno 1946 riconobbe e conferì a tutti i cittadini la dignità civile che si sostanzia nella democrazia, e segnò inoltre anche l’inizio di una stagione della storia che ha visto migliorare in modo straordinario la qualità della vita di tutti. Celebrare il 2 giugno vuol dire innanzitutto ricordare quanti, uomini e donne, sacrificando spesso la loro vita, hanno offerto a tutti gli italiani, a noi che siamo nati dopo la guerra, la possibilità di esercitare i diritti fondamentali, sanciti solennemente nella Carta Costituzionale, un Testo bellissimo, che, privo di qualunque retorica, è invece denso di valori etici, sociali e civili. La Carta Costituzionale sancisce il diritto alla salute e ad altri diritti fondamentali come quello allo studio o alla mobilità.
Ebbene, se, da un lato, ciascuno di noi può contestare questo o quella mancanza o questa o quella criticità anche pesante, specialmente nelle aree interne; dall’altro lato, è doveroso e giusto riconoscere che le Istituzioni repubblicane hanno garantito l’esercizio di questi diritti a tutti. Ad esempio, anche nel nostro Sannio può vantare la presenza di una strutture formative di eccellenza nelle Scuole di ogni grado e le nostre due l’Università di Studi.
Ed anche se il diritto alla mobilità su questo territorio è spesso compromesso o addirittura negletto dagli errori commessi dalle stesse Istituzioni, dobbiamo tuttavia riconoscere gli enormi passi in avanti che pure sono stati fatti in questi decenni. E dobbiamo anche dire che proprio in questi giorni molto si sta facendo per portare il livello della infrastrutturazione materiale a quello che è proprio di un Paese civile e competitivo. La pandemia però ha attaccato frontalmente le filiere produttive ed i servizi essenziali nel nostro territorio, creando gravi problemi per la tenuta sociale ed economica.
L’Europa, la nostra cara Europa, che per noi non è solo una struttura burocratica, ma un sistema di valori etici, sociali e civili sovranazionali, ha tuttavia varato un programma, il “Piano di resilienza, per rialzarsi da un momento difficile” che ha creato e sta creando e creerà opportunità di rilancio anche per i nostri territori ricompresi nelle aree marginali o a forte ritardo. Tutte le Istituzioni debbono sapere cogliere con intelligenza ed onestà queste opportunità, anche se – occorre dirlo – i tempi di attuazione del Piano di resilienza sono ristretti ed i nostri Enti locali vivono drammatiche difficoltà gestionali ed operative.
Altri macigni su un percorso socio-economico già gravemente accidentato di suo, si sono tuttavia aggiunti a partire dal 24 febbraio scorso con lo scoppio della guerra in Ucraina. Questo conflitto condannato duramente dalla comunità internazionale e dal nostro presidente della Repubblica Sergio Mattarella, oltre a causare lutti, dolore, distruzione ed esodo di popolazione nell’Est europeo, costituisce un attacco tremendo alla tenuta dell’economia globale, con il corollario mostruoso del pericolo dello scoppio dell’Ultima Guerra Mondiale. Il nostro territorio e le nostre Istituzioni erano chiamati già da anni a lottare contro gravi emergenze socio-economiche, a partire dalla malattia dello spopolamento e della desertificazione. Oggi quella lotta diventa ancora più aspra.
La perdita degli abitanti del nostro Sannio è anche, nello stesso tempo, la causa ed il frutto dell’insufficiente grado di apprezzamento collettivo delle nostre enormi potenzialità e delle straordinarie ricchezze del paesaggio, dell’archeologia, dell’arte, della cultura; ed ancora della capacità della classe imprenditoriale del mondo agricolo, artigianale ed industriale, della creatività ed intelligenza della gente sannita. Questa sottovalutazione va combattuta.
Ma tutto questo ventaglio di problemi ci porta a riconsiderare il coraggio, la capacità di visione del futuro, la voglia di fare, l’entusiasmo degli uomini e donne che chiusero il capitolo tragico della II Guerra Mondiale, conquistando per loro stessi e per tutti noi la libertà. Libertà di avviare la ricostruzione del Paese e di tenerlo al passo con il mondo civile. Ce l’abbiamo fatta allora e, con la spinta ottimistica, tipica della cultura del cristianesimo che appartiene a tanti fra noi, ce la possiamo fare anche oggi.
Mentre ringrazio sentitamente per il loro lavoro quotidiano gli uomini e donne delle Istituzioni dello Stato, degli enti locali, delle Forze dell’Ordine, della Protezione Civile e del mondo del Volontario, io auspico che ci animi una consapevolezza. Che è questa: la comunità civile siamo tutti noi per la capacità di essere migliori e se ognuno di noi dà il meglio di sé nel rispetto di tutti possiamo ancora colorare pagine belle per il nostro Sannio. Viva il Sannio, viva l’Italia, viva la Repubblica, Viva il 2 giugno”.