Comunicato Stampa – Gabriele Corona, movimento politico “Altra Benevento è possibile”
“L’Arpac (Agenzia Regionale Protezione Ambientale della Campania) ha comunicato, attraverso il proprio sito web, che dagli accertamenti effettuati a seguito della moria di pesci nel fiume Tammaro, non risultano veleni sversati ma l’acqua non consente la vita delle trote perché c’è poco ossigeno e la temperatura è troppo alta. Questa dichiarazione conferma che il disastro ambientale è causato dalla scarsa quantità di acqua rilasciata dall’invaso di Campolattaro, come abbiamo notato e segnalato da diversi giorni, ma nessuno chiede con decisione alla Provincia di fornire immediatamente il deflusso minimo per garantire la vita del Tammaro e del suo ecosistema.
Non lo fanno i sindaci dei comuni interessati, i partiti (tutti, da destra a sinistra) e non lo fa neppure il WWF che ha in gestione un’oasi sul lago e si limita a chiedere il “contratto di fiume” con la Provincia dimenticando l’ambientalismo militante. Lo stato del Tammaro in secca è ben visibile anche a Benevento (vedi foto allegata scattata a Ponte Valentino) ma continuano a tacere il sindaco Mastella, i suoi assessori, i consiglieri di maggioranza e anche quelli di opposizione, il Consorzio ASI. A settembre 2017 l’allora presidente della Provincia, Claudio Ricci, considerato lo stato di siccità, ordinò il rilascio di 2,14 metri cubi d’acqua al secondo dalla diga di Campolattaro al fiume Tammaro. Allora il livello dell’invaso si abbassò un poco ma fu salvato il fiume e il suo ecosistema.
Perché adesso il presidente Lombardi non fa la stessa cosa? Perché continua solo a disquisire di finanziamenti pubblici per lo sviluppo? Da marzo 2022 ad oggi la portata della diga è cresciuta di almeno quattro milioni di metri cubi che sono sufficienti per fornire al fiume 2.000 litri di acqua al secondo per oltre un mese. Perché non lo chiedono i consiglieri di opposizione alla Provincia?”