Oggi siamo a Melizzano, piccolo borgo dell’entroterra sannita alle pendici del Parco Naturale Regionale Taburno – Camposauro. Un borgo rinato grazie all’estro di artisti che ne hanno colorato edifici abbandonati, saracinesche e ogni angolo da ravvivare. La street art nacque a New York e a Philadelphia negli anni Sessanta, inizialmente come movimento giovanile che vedeva coinvolti ragazze e ragazzi dei quartieri poveri delle periferie cittadine che riempivano di disegni i muri delle città. Non solo muri, ma anche i convogli dei treni, l’interno dei tunnel, pareti scrostate di case abbandonate. Venivano rivendicate anche le proprietà private, infatti, a volte per un atto di contestazione contro la società o contro la politica. Un nuovo modo di esprimersi attraverso l’arte, che appassiona anche chi non ama le nuove formule artistiche. Questo lo sanno bene proprio a Melizzano, dove il Collettivo Boca, associazione composta da professionisti e semplici appassionati operanti nell’ambito della creatività urbana, ha dato vita al progetto RI-TORNA MELIZZANO, per il recupero dell’identità, il risanamento culturale e la valorizzazione del territorio. Un progetto creativo di rigenerazione urbana, arte pubblica e laboratori artistici che ha promosso pratiche e interventi finalizzati alla valorizzazione dei contesti urbani e rurali in cui alcuni dei più importanti artisti di strada hanno donato un nuovo volto alla zona storica del piccolo borgo sannita con murales di pregevole fattura. Ogni artista, con i propri colori e uno stile che lo differenziava dagli altri, ha contribuito a dare nuova luce e riqualificazione agli edifici più vecchi e semi abbandonati, coinvolgendo tutti i cittadini. Tutte le opere sembrano segnalare un percorso specifico che porta in vico Forcella dove è stata istituita la “casa dell’artista”, punto di riferimento e di ritrovo per sostenere l’arte pubblica. Un nuovo modo di far vivere l’arte, nell’ottica di un intervento volto a un nuovo dinamismo culturale e alla crescita turistica, sociale ed economica del paesino della provincia di Benevento. Un processo di rigenerazione e di svecchiamento attraverso disegni artistici e i più svariati colori. Pareti di vecchie abitazioni oggi si presentano come quadri in un museo a cielo aperto.
Melizzano è un borgo medievale che sin dall’antichità ebbe una posizione di controllo sulla valle di Dugenta. Fu citata per la prima volta da Tito Livio quando il console Fabio si diresse verso il Sannio. Racconta Livio che le città di Compulteria, Telesia, Compsa, Melae, Fagifula e Orbitanio furono prese con la forza” (Livio, XXIV, 20). Melae era Melizzano. Per anni il borgo si è trasformato in un un vero e proprio palio medievale, manifestazione che negli ultimi anni, per vari motivi si è fermata, ma che si spera possa tornare a prender vita: la quintana storica. Atmosfere di secoli e secoli fa, bandierai, sbandieratori, archibugieri, arcieri, un corteo in abiti d’epoca hanno tuffato il Sannio in un’atmosfera suggestiva e diversa. Le cinque contrade del paese erano il cuore pulsante dell’evento: Spiga, Tiglio, Gallo, Torre e Fiore è il loro nome. Queste davano vita a una tradizione che vedeva coinvolti tamburini, arcieri e vessilliferi che sfilavano dando vita a una suggestiva scenografia e marcia coreografica. Un corteo che vedeva sfilare elegantemente nobili dame in abiti d’epoca, mentre i cavalieri armati di spade o lance erano impegnati in avvincenti duelli, e i concorrenti del palio, armati di lancia, correvano a cavallo lanciandosi contro una sagoma rappresentante un Saraceno, impegnati a colpire un anello che si restringeva a ogni passaggio dei cavalieri. La manifestazione faceva volare indietro nel tempo in una suggestiva atmosfera medievale. Un evento che prevedeva mesi e mesi di lavoro affinché tutto fosse ben lavorato nei minimi dettagli. Una manifestazione sentita in tutto il Sannio che si spera possa presto ritornare ad allietare i cittadini melizzanesi e sanniti tutti.
Giornalista