Comunicato Stampa
Il destino dell’ospedale Sant’Alfonso Maria de’ Liguori resta in un preoccupante limbo, tra polo oncologico e nosocomio per lungodegenze, nonostante l’alternarsi della Dirigenza del San Pio (Pizzuti, Ferrante ed ora Morgante). Il futuro del nosocomio sembra essere ben distante dalle esigenze del territorio e dalle richieste del Movimento Civico per l’Ospedale.
Sabato 8 settembre 2018, una grande manifestazione popolare, svoltasi davanti l’ospedale di Sant’Agata dei Goti, dava inizio ad un grande movimento di resistenza alla dismissione del Pronto Soccorso ed all’impoverimento funzionale dell’Ospedale.
“Sono cambiati Sindaci, Dirigenti Ospedalieri, Assessori Regionali, Ministri della Sanità e Governi ma le risposte continuano a latitare” commenta Giacomo Barone, candidato alla Camera per il PCI nel collegio di Benevento ed Alto Casertano.
“Addirittura il DCA 41/2019, a firma dello stesso Presidente De Luca, è rimasto inattuato. Stiamo assistendo allo smantellamento di un diritto costituzionale nel Sannio, nel silenzio di tutte le forze politiche presenti in Parlamento ed in Regione da anni. Una nostra interrogazione parlamentare, presentata a luglio 2021, non ha avuto mai risposta dal Ministro Speranza che ora viene a raccogliere voti proprio in Campania.”
“Rimanendo nel perimetro del mio collegio, vediamo che negli ultimi 12 anni sono state ridotte le funzionalità dell’Ospedale Civile A.G.P. di Piedimonte Matese, del Santa Maria delle Grazie di Cerreto Sannita, depotenziato il Pronto Soccorso e chiuse l’anestesia e la rianimazione del Sant’Alfonso Maria de’ Liguori di Sant’Agata de’ Goti.
Questo significa che un paziente in codice giallo o rosso è costretto a percorrere almeno 50 km (1h circa) per arrivare agli ospedali di Benevento che pure hanno diversi problemi”.
Il PCI sostiene i movimenti di resistenza allo smantellamento ed alla privatizzazione della sanità pubblica in Campania” continua Barone “dobbiamo tornare a parlare di diritto alla salute, non solo di profitto sulla salute!”
Con la prospettiva bipartisan dell’autonomia differenziata, che comporterà un’ulteriore riduzione dei trasferimenti di risorse dallo stato centrale al sud, per difendere i nostri ospedali ed il diritto costituzionale alla salute, è necessario avere in parlamento un soggetto reale di opposizione al modello fallimentare della sanità privatizzata lombarda che tanto piace al centrodestra ma anche al PD.