Il 22 settembre 2000 uscì definitivamente di scena la Fiat 126, la piccola grande automobile prodotta dalla Fiat dal 1972, che fino al 1998 fu l’utilitaria compatta più venduta in Europa. La commercializzazione in Europa Occidentale terminò nel 1991, proseguendo la vendita sul mercato polacco. Stilisticamente derivò dalla concept car City Taxi, realizzata da Pio Manzù nel 1968, e venne presentata al Salone dell’automobile di Torino del 1972, con il compito di sostituire la Fita 500, della quale riprese integralmente lo schema meccanico. Alcune novità furono caratteristiche: lo spostamento del serbatoio del carburante dal vano bagagli anteriore alla parte posteriore della vettura (precisamente sotto il sedile posteriore), il cambio (a 4 marce) sincronizzato (tranne la prima) e, a partire dal 1978 e solo per alcuni anni, venne anche adottato lo sterzo a cremagliera. La dimensioni della carrozzeria, rispetto alla 500, erano certamente maggiori, dato che era squadrata carrozzeria squadrata consentendo una maggiore abitabilità.
Nella sua forma squadrata riprendeva lo stile moderno degli anni Settanta. Essa poteva essere sia chiusa, sia con tettuccio apribile in tela, proprio come la 500. Tre metri e cinque centimetri, tanto era la lunga la Fiat 126. La sua produzione venne delegata agli stabilimenti di Cassino, Termini Imerese e Desio, ma gran parte della produzione vene affidata agli stabilimenti polacchi della FSM (Fabryka Samochodów Małolitrażowych – Fabbrica di automobili di piccola cilindrata) a Bielsko-Biała, costola della ex Polski Fiat. Dal 1975 si aggiunse un secondo stabilimento a Tychy, tutt’ora di proprietà FCA. La Fiat 126 segnò l’avvento della motorizzazione di massa in Polonia, un po’ come 20 anni prima avvenne in Italia con la 600. Ne furono prodotti 1.352 912 esemplari negli stabilimenti italiani, 3.318 674 in quelli polacchi e 2.069 esemplari in Austria dalla Fiat-Steyr.
Giornalista