A Castelvenere la mostra “Ecce Omnes” di Jacopo Dimastrogiovanni

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Comunicato Stampa – Marco Amore

Da sempre il Sannio è una terra ricca d’ispirazione e testimonianze creative. Un luogo intriso di memoria artistica, crocevia di saperi e di storia, carico di opportunità e di stimoli. In questo territorio complesso, estremamente fertile dal punto di vista culturale, il 31 0ttobre 2022, alle ore 18.00, presso la Strada Nazionale Sannitica 169 a Castelvenere (BN), inaugura la propria attività la galleria Mondoromulo – Arte Contemporanea.

Nata da un’idea di Flavio Romualdo Garofano, fotografo ritrattista, grafico e artista, la galleria affiancherà all’esposizione di nomi di acclarato prestigio un’intensa attività di scouting, indispensabile a lanciare sul mercato artisti ancora emergenti, con idee chiare e progettualità interessanti. La proposta di un parterre di artisti affermati farà da stimolo alla crescita culturale delle future leve dell’arte, al fine di instaurare un dialogo costruttivo che crei continuità tra l’oggi e il domani.

A inaugurare lo spazio, la personale Ecce Omnes dell’artista trentino Jacopo Dimastrogiovanni, classe 1981, selezionato nel 2022 tra i finalisti dell’Arte Laguna Prize. La selezione di opere presenti in mostra abbraccia due momenti della produzione pittorica di Dimastrogiovanni, artista ascrivibile al solco del ritorno al figurativo, con un’attenzione particolare alla tradizione ritrattistica rinascimentale e barocca. Come scrive il curatore Marco Amore nel testo che accompagna la mostra, nella pittura di Dimastrogiovanni spesso protagonista “è il volto colto nell’attimo della trasfigurazione interiore: la raffigurazione si deforma, distorce, sfibra, sulla scorta di un impulso emotivo violento, incontrovertibile. La trama materica della pelle, enfatizzata dall’applicazione di sottili strati di carta, proietta l’interiorità del ritratto all’esterno – vi leggiamo inquietudine, ansia, turbamento; a volte, un’imperscrutabilità dal sapore antico o anche una scintilla di follia. Immortalato in uno stato di vulnerabilità, il soggetto si lascia riconoscere, stabilendo un rapporto visivo con l’osservatore che spinge quest’ultimo a discernere nel quadro un’elaborazione delle proprie angosce personali”.