Agnone è bella, elegante e dotta, proprio come dice il nome che nel tempo si è conquistata, l’Atene del Sannio. Siamo in provincia di Isernia, storico borgo nel cuore dell’Alto Molise, poco più di cinquemila abitanti, paese conosciuto nel mondo intero grazie all0artigianato del rame e maggiormente per le sue campane che troviamo in alcuni dei campanili più importanti in Italia e fuori confine e che, nel borgo di origine, riecheggiano nel centro storico e nelle piazze del paese. È un comune Bandiera arancione del Touring Club Italiano, che non ha gloria solo per l’artigianato locale (e internazionale), ma anche per il celebre e molto suggestivo rito natalizio del fuoco.
La ‘ndoccia è il termine che nel dialetto molisano indica una “grande torcia”. E infatti, protagoniste della ‘Ndocciata sono torce alte più di tre metri, ricavate dall’abete bianco dei boschi di Montecastelbarone e assemblate con ginestre secche e spago, che prendono la forma di un ventaglio. Alcune hanno fuochi singoli, altre ne possono contenere fino a venti. La ‘ndoccia è tipica del rito pagano legato al solstizio d’inverno in cui le torce vengono accese in onore del dio Sole nella notte più lunga dell’anno. Ci troviamo precisamente nell’epoca romana, al tempo dei Sanniti che usavano ‘ndocce come fonte di luce durante gli spostamenti tribali e, tantissimo tempo dopo, la tradizione fu ripresa dai contadini che usavano le torce per spostarsi dalla zona rurale verso il paese, per poter assistere alla messa natalizia. In seguito, il rito pagano fu ripreso dal Cristianesimo, trasformandosi nel fuoco in onore al Dio che nasce. La credenza popolare, invece, afferma che il fuoco delle ‘ndocce serviva ad allontanare le streghe, dato che nel Medioevo si credeva che il fuoco fosse loro nemico.
All’avvicinarsi dell’8 dicembre, il cuore degli agnonesi batte all’impazzata. L’appuntamento ogni anno si ripete nel giorno che rievoca l’Immacolata Concezione e si ripete la sera della vigilia di Natale. In centinaia, con i costumi tradizionali agnonesi, portano le ‘ndocce accese lungo il corso del paese che improvvisamente diventa un fiume rosso di fuoco, che genera emozioni nei residenti ma anche nei visitatori che vi accorrono con curiosità e devozione. La sfilata comincia all’imbrunire del cielo, appena la campana di Sant’Antonio rintocca le 18. All’apertura del corteo, troviamo in parata gli stendardi cittadini e vari figuranti e zampognari animano scene di vita contadina. E poi, arriva lui, il protagonista assoluto della giornata, il fuoco: prima le ‘ndocce più piccole portate dai bambini, poi quelle grandi e infine i maestosi “ventagli” infuocati, sulle spalle di uno o due uomini. A un certo punto, il corteo si ferma e i residui delle ‘ndocce ardono fino alla fine in un gigantesco falò detto della “fratellanza” in cui simbolicamente brucia tutto quanto c’è stato di negativo durante l’anno che volge al termine, oltre a dare una mano d’aiuto al nuovo sole affinché porti luce e calore.
Durante la giornata, quando le 18 sono ancora lontane, si può assistere alla realizzazione delle ‘ndocce, sotto un invitante e allettante profumo di baccalà arrosto, oppure indorato e fritto, o anche preparato con aglio, olio, prezzemolo e mollica di pane, specialità tipiche di Agnone, oltre ai prodotti caseari. Nel 2011, la ‘Ndocciata è stata riconosciuta Patrimonio d’Italia per la tradizione dal Ministero del Turismo; l’evento richiama ogni anno migliaia di turisti provenienti da tutte le regioni, specialmente da quando l’8 dicembre 1996 fu protagonista di un’invasione di fuoco in Piazza San Pietro, sotto lo sguardo affascinato di papa Giovanni Paolo Il.
“Grazie per questo magnifico spettacolo, grazie per questo falò della Fratellanza. Le crepitanti fiaccole splendono nella notte, ricordando che Cristo è la vera Luce che rischiara le tenebre dal Mondo. Recando sulle spalle le gigantesche torce di abete e formando quasi un fiume di fuoco, voi proclamate l’amore di Colui che è venuto a portare sulla Terra il Fuoco del Vangelo”. Giovanni Paolo II
La ‘Ndocciata non è uscita fuori dal territorio molisano solo per raggiungere Città del Vaticano: il 3 ottobre 2011 il fiume di fuoco delle ‘ndocce fu acceso anche ad Assisi per celebrare il Patrono d’Italia, San Francesco. Nel 2012, ricevette un prestigioso riconoscimento dalle Poste Italiane che, su proposta del Ministero dello Sviluppo Economico, emise un francobollo ordinario in tre milioni di copie e infine il 26 settembre del 2015, Agnone e il Molise si resero i protagonisti a Milano per quello che fu considerato l’evento di punta fuori dal salone dell’Esposizione Universale: il giorno del fuoco. La ‘Ndocciata venne proposta sui Navigli ed erano oltre 50mila gli spettatori che assistevano sulle sponde della Darsena. Ma protagonista agnonese in quella occasione fu anche la campana di Expo realizzata dalla Pontificia Fonderia Marinelli e posizionata all’interno del Monumentale di Milano.
Giornalista
