Comunicato Stampa – Marco Fusco, sindaco di Ponte
A Ponte è stato dato l’avvio ai lavori per la ricostruzione della fontana storica in piazza XXII Giugno, dopo che il progetto è stato autorizzato dalla Soprintendenza dei beni Culturali proprio per il valore riconosciuto al monumento. Nei giorni scorsi – precisa l’Amministrazione comunale – è stata smontata la vasca, con il frontone e la base a sua volta posizionati al rovescio e con la data modificata da 1901 in 1951, rovinando così la pietra antica e la relativa testimonianza storica.
L’operazione si è resa necessaria per poter ripulire e restaurare tutti i pezzi recuperati per poi assemblarli a quelli sapientemente ricreati con la stessa pietra con cui furono realizzati all’epoca e purtroppo irrimediabilmente perduti. Nello stesso tempo, sono stati utilizzati anche alcuni pezzi della vecchia fontana in via de Mennato, nota come Fontana Vecchia. Verranno anch’essi ripuliti e restaurati. Questa è anche l’occasione per regimentare la piazzola di alloggio e le relative acque di scolo. Tra qualche giorno, quindi, vedremo finalmente rivivere la fontana che per decenni ha rappresentato un simbolo identitario della comunità Pontese.
“Vorrei dar conto in modo trasparente – ha dichiarato il Sindaco Marco Fusco – di un incontro avuto agli inizi di dicembre con quei cittadini che hanno espresso un civile malcontento per il recupero della vasca da ridestinare alla ricostruzione della fontana storica. Sono consapevole del valore affettivo per molti di noi, soprattutto per chi vive lì vicino ed è apprezzabile il senso di attaccamento e affetto per questa testimonianza del nostro vissuto, perché lo ritengo un segno di grande attenzione civica. Però, devo anche precisare che la loro proposta di ricostruire ex novo la fontana, per quanto condivisibile, non era ricevibile. La volontà è stata quella di recuperare la fontana originaria, per ridare dignità a quei pezzi smembrati e dispersi negli anni ’50. Ciò implica necessariamente il recupero di alcuni pezzi originari a cui poi integrare i pezzi ricostruiti, rispettando sia il disegno dell’epoca, sia la pietra (cosiddetta di San Lupo) e le fattezze.
Sono certo che una volta ultimata l’opera, anche quei cittadini ora scontenti potranno ammirarla e sentirsi orgogliosi di aver recuperato un pezzo di Storia che va oltre quella delle nostre singole memorie”.