Ma il Molise esiste? Ironizzando e scherzando, è questo il modus dicendi che si riferisce alla verde e piccola regione pentra nel cuore degli Appennini. Un territorio ricco di fascino e storia che anticamente era in parte compreso nell’antica regione Regio IV Samnium, il Sannio. Le prime testimonianze di vita umana si hanno sin dal periodo Paleolitico, come dimostrato dal sito archeologico di Isernia presso la località La Pineta, dove è stato ritrovato anche lo scheletro dell’Homo Aeserniensis, tra i più antichi d’Italia. In seguito, la popolazione di pastori-guerrieri sanniti si stanziò prevalentemente nella zona d’Isernia, città dei Pentri e nelle campagne di Campobasso, dove i Sanniti della Pentria comunicavano con i Frentani. Lì si concentravano sulla difesa del territorio e iniziarono ad avere i primi contatti con Roma che in seguito sfociarono nelle guerre sannitiche, che coinvolsero maggiormente città come Bojano e Isernia, alla fine assoggettate al potere romano.
La Regio IV Samnium fu una regione comprendente anche gran parte dell’Abruzzo e le città principali erano Aesernia, capitale del periodo sannita, Bovianum, Saepinum e Venafrum. Nel periodo medievale, al loro arrivo i Longobardi trovarono una regione spopolata e il territorio del Molise si organizzò in diversi gastaldati, fra i quali quello di Bojano. La presenza longobarda ha lasciato numerose tracce, come la promozione del culto di San Michele Arcangelo e la conseguente realizzazione di chiese a lui intitolate. Con l’arrivo dei normanni e della famiglia de’ Moulins, tra la fine dell’XI secolo e l’inizio dell’XII secolo, cominciò ad affermarsi il toponimo Comitatus Molisii, il “Contado di Molise”, un territorio che soltanto in età moderna trovò una stabile autonomia.
Nel 1963 ottenne l’indipendenza dalla vicina regione Abruzzo e divenne la ventesima e più giovane provincia d’Italia. È dal 27 dicembre 1963 che “il Molise esiste”. È la più piccola regione italiana dopo la Valle d’Aosta, e uno dei suoi punti forza è il turismo: il suo territorio è forse ancora poco noto ma è ricco di innumerevoli sfaccettature. In poche migliaia di chilometri quadrati si passa dalle spiagge sabbiose dell’Adriatico alle montagne che segnano il confine con l’Abruzzo, il Lazio e la Campania. Partendo dalla costa, Termoli non è solo mare ma anche storia, con il suo Castello Svevo, chiamato così forse per la ristrutturazione voluta da Federico II, la cattedrale di Santa Maria della Purificazione dedicata al patrono San Basso, edificata nel 1037 sopra i resti di un tempio pagano dedicato a Castore e Polluce. La costiera molisana, col suo tratto di mare Adriatico, bandiera Blu d’Italia, è certamente un angolo di bellezza e relax rispetto a zone turistiche italiane più affollate e rinomate. A Termoli troviamo anche la Passeggiata dei trabucchi che dai piedi del Castello segue tutta la cinta muraria fino ad arrivare al porto.
Lasciando la costa e risalendo le colline verso l’Abruzzo si arriva a Bagnoli del Trigno, in provincia di Isernia, un paese di poco più di 700 abitanti che sorge su di un massiccio roccioso che domina la valle del fiume Trigno: è detto la “perla del Molise” e si arrampica su un dislivello di oltre 100 metri. Su un masso di pietra calcarea si trovano i ruderi del castello longobardo. Castel San Vincenzo è il classico borgo d’altri tempi, sospeso in un’epoca ormai superata, a circa 25 km da Isernia. Castelpetroso, invece, conserva in perfette e splendide condizioni il Santuario dell’Addolorata, enorme, bellissimo e fiabesco, con il suo stile neogotico. Ad Agnone, antico borgo sannita conosciuto come l’Atene del Sannio, troviamo una delle più antiche fonderie di campane al mondo, la Fonderia Marinelli. Non solo campane o rame: Agnone è altresì noto per la sua ‘Ndocciata che si tiene ogni anno l’8 e il 24 dicembre e per i confetti ricci della pasticceria Carosella. Pietrabbondante, minuscolo borgo medievale, conserva i resti di un teatro molto importante risalente all’epoca sannita, incastonato nella natura circostante. Trivento è la “città dell’uncinetto” e nel territorio di Guardiaregia e Campochiaro sorge un’oasi del WWF ove respirare aria pura e imbattersi in una rigogliosa natura del tutto incontaminata, alla quale affiancare l’oasi LIPU di Casacalenda. Riccia è rinomata per la sua Festa dell’Uva che si tiene la seconda domenica di settembre, una delle tradizioni più belle al mondo, dove i ragazzi di ogni quartiere impiegano tantissimo tempo per costruire dei carri giganti che possono avere i temi più svariati. Le persone che sfilano sui carri distribuiscono gratuitamente vino a fiumi e pietanze tipiche del luogo. Frosolone è un borgo bucolico, circondato da boschi e pascoli, ai piedi della Morgia Quadra, un posto che sembra fuori dal mondo ed è conosciuto come la “città dei coltelli”, con il suo Museo dei ferri taglienti. La Riserva di Collemeluccio è un’area naturale dichiarata patrimonio Unesco situata nel comune di Pescolanciano mentre Campitello Matese e Capracotta sono due delle località sciistiche più importanti e rinomate del centro-sud Italia. A Capracotta vi è uno dei giardini botanici più importanti a livello internazionale, nel quale è conservato anche l’abete bianco.
Troviamo un piccolo borgo pastorale ed è Pescopennataro, con i suoi pochissimi abitanti, circa 200, conosciuto come “paese degli abeti e della pietra”. Non dobbiamo dimenticare, a proposito di pastori, che in tutto il territorio molisano sono vari i tratturi adibiti alla transumanza tra le regioni Abruzzo e Puglia. A Scapoli si svolge la Fiera internazionale della zampogna mentre Oratino è un piccolo borgo della Valle del Biferno, in passato noto per le creazioni artistiche e artigianali. Sepino è un gioiellino archeologico, con i suoi resti dell’antica città, prima roccaforte sannita e poi gioiello dell’architettura romana, il cui sito archeologico in epoca medievale ha assunto il conosciutissimo appellativo di Altilia. Tra gli eventi irrinunciabili ricordiamo le luminarie di Larino nel periodo natalizio, conosciuta anche per essere il fulcro delle varie città dell’olio molisane e per i suoi carri allegorici a Carnevale. E, a proposito di Larino, bisogna ricordare le eccellenze in campo medico delle due cittadine di Larino stessa e di Pozzilli.
L’antica Bovianum fu uno dei più importanti centri della cultura sannita, dove nella metà dell’XI secolo vi fu la conquista delle armate normanne degli Altavilla e, come già detto, ne divenne feudatario un compagno d’armi di Roberto il Guiscardo, Raoul de Moulins. A Castel del Giudice è da visitare il Giardino delle mele, dove si possono trovare sessanta varietà di mele antiche autoctone recuperate in altrettanti comuni molisani. Dalle mele si passa alle olive e arriviamo a Venafro, il cui olio è citato da storici romani. S dice che qui, tra gli ulivi millenari, ci siano quelli appartenuti a Marco Porcio Catone che possedeva in loco un’azienda plenaria. Nel Museo archeologico di Venafro si trovano gli scacchi più antichi d’Europa e la splendida Venere di Venafro. A Colle d’Anchise c’è il borgo di Piana dei Mulini, sorto nel 1700 come mulino ad acqua, centro per la colorazione delle lane; mulino che in seguito divenne centrale idroelettrica. Non possiamo non nominare i due capoluoghi di provincia, Isernia e Campobasso. Isernia, come abbiamo detto, conserva le tracce di un abitato paleolitico, ma non si può non visitare la meravigliosa Fontana Fraterna, annoverata tra le fontane monumentali italiane per la sua caratteristica struttura. E poi, nel cuore antico della città, c’è la cattedrale di San Pietro, l’Eremo dei Ss. Cosma e Damiano, l’Acquedotto romano scavato nelle rocce di travertino del sottosuolo della città, ancora funzionante, e lo stabilimento termale di epoca romana con la sua fontana di acqua sulfurea, anch’essa ancora attiva. Campobasso, rinomata cittadina universitaria, conserva nel suo museo civico numerosi e splendidi gioiellini dell’archeologia sannita. Palazzo San Giorgio, Palazzo Magno, Palazzo Mazzarotta, Palazzo della Banca d’Italia, Palazzo Cannavina sono solo alcuni dei prestigiosi, storici ed eleganti palazzi signorili della città. E poi il castello Monforte, la chiesa della Santissima Trinità, la chiesa di San Bartolomeo e tanti altri edifici sacri che risalgono a epoche antichissime.
Se vogliamo soddisfare i nostri palati, dobbiamo assolutamente menzionare il caciocavallo e la stracciata di Agnone, Carovilli e Vastogirardi, la coppa molisana, il caprino di Montefalcone nel Sannio, i cavatelli, nati in Molise ed emigrati in tante altre regioni del sud Italia, la scarola venafrana, la cipolla d’Isernia, le ferratelle, le cui origine vengono contese da molisani e abruzzesi, la carnevalesca cicerchiata, le ostie ripiene, il formaggio di Pietracatella, i fagioli di Riccia, fusilli, funghi e guanciale molisani, pecorino di Capracotta, sagne e fasule, le lagane, la ventricina di Montenero di Bisaccia e il brodetto alla termolese.
Giornalista