I Giorni della Merla sono per tradizione i giorni più freddi dell’anno. Sin dalla tenera età, dall’asilo alle scuole elementari, ci hanno tempestato di immagini, poesie e filastrocche, facendoci entrare in testa qualcosa di cui non esistono conferme scientifiche. Si tratta, infatti, di una credenza popolare, perché riguardante i giorni a cavallo tra i due mesi freddi per eccellenza. I Giorni della Merla sono il 29, 30 e 31 gennaio, mentre secondo alcuni sarebbero gli ultimi due di gennaio e il primo giorno di febbraio.
Secondo una leggenda, la cui origine si perde nel tempo, una merla si vantava di avere delle belle piume bianche e candide come la neve. Il freddo gennaio si prendeva gioco di lei, ne era anche un po’ invidioso, e la tormentava non appena usciva a cercare il cibo per sé e i suoi piccoli. Stufa di tutto questo un giorno la Merla andò da Gennaio e gli chiese: “Amico mio, potresti durare un po’ di meno”? Ma Gennaio, orgoglioso come era, rispose: “Eh no, carissima, proprio non posso. Il calendario è quello che è, e a me sono toccati 28 giorni”. Stanca delle continue persecuzioni di Gennaio, la Merla un anno decise di fare provviste sufficienti per un mese, e si rinchiuse nella sua tana, al riparo per tutto il mese. L’ultimo giorno di gennaio la Merla, pensando di aver ingannato il cattivo Gennaio, uscì dal nascondiglio e si mise a cantare per sbeffeggiarlo, dicendogli: “Eh caro mio, quest’anno sono stata proprio bene, sempre al calduccio, e tu non hai potuto farmi congelare il becco nemmeno un giorno”. Gennaio, indispettitosi, chiese in prestito tre giorni a suo fratello Febbraio. Questi, dubbioso, chiese: “Cosa vuoi farne”? e Gennaio rispose: “Ho da vendicarmi di una Merla impertinente. Stai a vedere”! e si scatenò con bufere di neve, vento, gelo, pioggia. La Merla si rifugiò in un camino e lì restò al riparo per tre giorni. Quando la merla uscì, sana e salva, il suo bel piumaggio si era ingrigito a causa della fuliggine del camino, e così essa rimase per sempre con le piume grigie.
Una seconda versione ha come protagonisti un merlo, una merla e i loro tre figlioletti. Erano arrivati a Milano sul finire dell’estate e avevano sistemato il loro rifugio su un alto albero nel cortile di un palazzo situato in Porta Nuova e poi per l’inverno sotto una gronda, al riparo dalla neve che in quell’anno era particolarmente abbondante. A causa del gelo, era estremamente difficile trovare le provvigioni così che il merlo volava da mattina a sera in cerca di cibo, anche se scarseggiava sempre di più. Un giorno il merlo decise di volare ai confini di quella nevicata, per trovare un rifugio più mite per la sua famiglia. Continuava a nevicare e la merla, per proteggere i figlioletti intirizziti dal freddo, spostò il nido su un tetto vicino, dove fumava un comignolo da cui proveniva un po’ di tepore. La tormenta tenne così lontano il merlo da casa per ben tre giorni, ossia gli ultimi tre di gennaio. Quando tornò indietro, quasi non riconobbe più la consorte e i figlioletti che erano diventati tutti neri per il fumo che emanava il camino. Nel primo giorno di febbraio comparve finalmente un pallido sole e uscirono tutti dal nido invernale; anche il capofamiglia si era scurito a contatto con la fuliggine e da allora i merli nacquero tutti neri, mentre i merli bianchi diventarono un’eccezione. Una credenza che accompagna questo periodo, dice che se i Giorni della Merla sono freddi, la primavera sarà bella e calda; se sono caldi, la primavera arriverà in ritardo. Cosa accadrà quest’anno?
Giornalista