Riceviamo e pubblichiamo – Fiorenza Ceniccola (Forza Italia Giovani)
Ci vogliono più donne leader per avere un mondo migliore e sono convinta che se al tavolo dei negoziati Mosca-Kiev ci fosse qualche donna i cannoni avrebbero già smesso di sparare.
L’8 marzo è ormai festeggiato come festa della donna, ma sappiamo bene che una festa non è se non per effetto di questa nostra società ormai consumistica che per dimenticare gli affanni del quotidiano non esita a trasformare in festa ogni occasione che la vita in qualche modo ci offre.
Tutti devono ricordare che l’8 marzo di 115 anni orsono in una fabbrica americana si consumò un’orribile tragedia con decine e decine di operaie carbonizzate nell’incendio di una fabbrica perché la porta di uscita era stata chiusa dal padrone per impedire che le operaie potessero concedersi qualche minuto di pausa durante le ore di lavoro. Una tragedia che ancora oggi a distanza di tanti anni riempie il cuore di tristezza e che ci obbliga di ricordare ogni giorno la faticosa conquista della dignità e del diritto di cittadinanza che le donne, in ogni parte del mondo, hanno dovuto portare avanti nel corso dei secoli dovendo molto spesso lottare non solo nel lavoro e nella società bensì nella stessa famiglia dove molto spesso l’uomo è stato il primo nemico che la donna ha dovuto lottare per ottenere ciò che proprio dalla natura e dalla ragionevolezza le è stato attribuito.
Purtroppo, rigurgiti di becero maschilismo li dobbiamo tutt’oggi continuare a registrare se è vero che qualche benpensante nel dover esprimere un giudizio su questa ricorrenza non ha trovato di meglio da dire che: “dici donna e dici danno”. A mio avviso, quasi sempre dici donna e dici forza e soprattutto dici coraggio, quel coraggio che molto spesso manca agli uomini.
C’è bisogno di ricostruire una classe dirigente sempre più colorata di rosa (per il buon senso e la passione che il mondo femminile esprime) che abbia consapevolezza del proprio ruolo e degli obbiettivi da raggiungere, perché, a mio avviso, è proprio l’assenza di una classe dirigente “autorevole” la causa principale di questa nuova tragedia che sta sconvolgendo l’Europa.