Nell’estate del 1953 fu ambientato nel Sannio, nei borghi di Guardia Sanframondi e di Cerreto Sannita, il film “Maddalena”, drammatico diretto da Augusto Genina, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano, presentato in concorso al Festival di Cannes nel 1954. Genina fu un cineasta attivo per oltre quarant’anni, sia nel cinema muto che in quello sonoro. Nel 1955 girò il suo ultimo film “Frou Frou” dopodiché si ritirò a causa di un’endocardite di cui soffriva da molto tempo, morì nel 1957.
Protagonista del film, Gino Cervi e l’attrice svedese Märta Torén, il suo cognome è stato ispiratore del nome d’arte Loren di Sophia Loren. Nel 1953 si trasferì in Italia, dove ottenne un notevole successo, dovuto alla bravura e alla bellezza nordica interpretando numerosi film. Sposata con lo sceneggiatore Leonardo Bercovici, morì a soli 31 anni nel 1957 a causa di un’emorragia cerebrale, lo stesso anno in cui venne a mancare il regista Augusto Genina.
Le riprese del film videro come luoghi gli interni e gli esterni della Basilica dell’Assunta di Guardia Sanframondi mentre per buona parte il film fu girato a Cerreto Sannita: la salita al largo san Rocco, l’attuale Piazza Roma (le scene iniziali, quando la ragazza arriva in paese), il complesso denominato “La Tinta” ed altri scorci.
La storia racconta di una ragazza arrivata in paese e della quale nessuno conosce l’identità. Come ogni anno, per la processione del venerdì santo, le donne del paese devono scegliere una ragazza che interpreti la Madonna. Queste, non riuscendo a scegliere una ragazza che possa indossare le vesti della madre di Cristo, si lasciano convincere da un signorotto del luogo che, con l’intento di schernire pubblicamente il curato don Vincenzo, essendo venuto a conoscenza che la donna misteriosa era una giovane prostituta scappata dalla città, fa in modo che riceva tale incarico.
Il curato, Gino Cervi, pur non sapendo chi sia in realtà Maddalena, contro la volontà delle donne del paese che non vogliono che una forestiera interpreti la Madonna, propone tale ruolo alla ragazza. La donna accetta perché è ancora carica di risentimento e rabbia verso la Vergine per la perdita di sua figlia, morta in collegio durante la prima comunione, per un banale incendio del velo.
Una delle scene più suggestive si svolge nella Basilica dell’Assunta, luogo già di per se fortemente evocativo come sede del Santuario in onore della Madonna. Durante una prova della processione, Maddalena perde i sensi e viene invitata dal sacerdote a riposarsi. In chiesa, incrocia una donna in preghiera che la vede nelle vesti celesti e, credendo che la giovane sia un’apparizione della Madonna, la invoca di far guarire il proprio figlio da una grave malattia. Il piccolo, dopo una visita di Maddalena al suo capezzale, si riprende dalla malattia e la guarigione viene attribuita alla ragazza che, acclamata da tutti i paesani, resta per la processione del venerdì santo. Il signorotto, vedendo andare in fumo i propri propositi, si vendica dicendo a tutti chi sia in realtà la ragazza. Di fronte a tale confessione la gente, contrariata perché una prostituta abbia interpretato il ruolo della Vergine, aggredisce Maddalena e inizia a lapidarla.