Nel IX secolo, i Saraceni del feroce condottiero Massar devastarono le coste e l’interno della Campania fino a colpire duramente tra l’846 e l’847 la stessa Telesia. Nelle sue Lettere, San Gregorio così descriveva le scorrerie dei barbari venuti dall’Oriente: “Saccheggiate furono le città, spianati i castelli, date alle fiamme le chiese, distrutti i monasteri, desolate le campagne. Giacesi abbandonato il terreno senza coltivatori, senza padrone: le fiere ora passeggiano quei luoghi che già innanzi erano abitazione degli uomini…”.
Massar, dopo aver costretto Telesia ad arrendersi interrompendo la fornitura d’acqua alla città e distruggendo le condutture idriche, devastò le mura e distrusse gran parte dell’abitato.
Nel IX secolo fu vescovo di Telesia Palerio, che successe sulla cattedra vescovile al vescovo Menna; a seguito delle invasioni dei Saraceni, questi fuggì da Telesia rifugiandosi sulle montagne irpine.
Nel 1712, nel territorio di San Martino Valle Caudina furono rinvenute due lapidi all’interno di una chiesa diroccata da alcuni muratori che cercavano materiale per fabbricare una casa di campagna.
Sulle lapidi vennero rinvenute delle epigrafi che ricordavano che in quel posto era stato seppellito San Palerio vescovo di Telese insieme a San Equizio, suo compagno.
Nel luogo dove furono trovate le spoglie dei due religiosi, venne edificata una chiesa dedicata ai due santi.
L’arcivescovo di Benevento, Pietro Francesco Orsini, futuro papa Benedetto XIII, saputo del ritrovamento delle reliquie dei due religiosi, iniziò la pratica al fine di ristabilire il culto dei due santi, ottenendo dalla Santa Congregazione dei Riti di poter celebrare la festa di San Palerio il 16 di giugno e di San Equizio il 18 giugno.
Il 5 novembre 1797, il vescovo Lupoli ricevette dall’arcivescovo di Benevento Francesco Maria Banditi una clavicola di ciascuno dei due santi che fece custodire in appositi reliquiari nella Cattedrale di Cerreto Sannita. I reliquiari vennero consacrati solennemente il 5 novembre 1797 a Cerreto Sannita. Accadde che durante la cerimonia una donna partorì un bambino che fu battezzato con il nome di Palerio. Il 24 maggio 1987, a seguito della riapertura della Cattedrale restaurata dopo il sisma del 1980, il vescovo Mons. Felice Leonardo pose nel sepolcreto, insieme alle reliquie di Ssan Pacifico martire, San Barbato Vescovo, Sant’Antonio di Padova e Sant’ Alfonso Maria de’ Liguori, anche un frammento delle reliquie di San Palerio.
Il 15 giugno del 1990, una rappresentanza della comunità di San Martino Valle Caudina donò alla diocesi di Cerreto Sannita nuove reliquie dei due santi che sono esposte accanto alla statua di Sam Palerio nella cappella del Crocifisso della Cattedrale.
A San Palerio è legata la questione dell’origine della diocesi di Telese e dei suoi primi vescovi. Infatti del vescovo telesino si erano perse le tracce e la memoria e il suo nome non comparivano negli annuari della Chiesa e la cattedra vescovile risultava scoperta per i secoli X ed XI. Il ritrovamento delle lapidi e dell’epigrafe è stata di grande importanza per riscrivere la storia dei primi vescovi telesini.