Il 24 aprile 1184 a.C. i Greci, guidati da Ulisse, entrarono in Troia con una grande macchina da guerra, un finto cavallo di legno, conquistandola definitivamente dopo ben nove anni di conflitti bellici. Secondo la tradizione, la guerra di Troia fu combattuta tra gli Achei (Greci) e la città di Troia, collocabile nell’odierna Turchia. La guerra di Troia è la più conosciuta del mondo occidentale perché narrata da Omero nelle sue due opere più importanti: l’Iliade, che racconta i fatti avvenuti durante l’ultimo anno di guerra, e l’Odissea, che narra la conquista della città e le avventure di Ulisse per tornare a casa, l’isola di Itaca.
Secondo l’Iliade, la guerra di Troia cominciò a causa del rapimento di Elena, la bellissima moglie di Menelao, da parte di Paride, figlio di Priamo, il re di Troia. Nell’antichità erano parecchi i casi di rapimenti di donne, basti pensare a Medea, Ifigenia e tante altre che soccombevano senza potersi ribellare. Elena era ritenuta la donna più bella del mondo e Paride se ne invaghì perdutamente rischiando tutto pur di averla con sé. Menelao però radunò un esercito insieme al fratello Agamennone per andare a Troia a riprendersi la sua sposa. Il Cavallo di Troia fu quindi l’inganno utilizzato per aggirare un ostacolo e vincere una grandissima resistenza. Secondo il racconto omerico dell’Odissea, fu un’idea che venne allo stesso Odisseo, ovvero Ulisse, re di Itaca, la cui astuzia rimane tramandata nella tradizione proprio per avere inventato la soluzione che, secondo Omero, garantì un epilogo positivo al decennale assedio dei greci. Ulisse, vista la resistenza dei troiani, suggerì al comandante Agamennone di puntare sulla furbizia più che sulla forza.
Nella narrazione classica, si dice che i Greci finsero di andar via lasciando un cavallo gigantesco sulla spiaggia con all’interno i più valorosi guerrieri greci, tra i quali Ulisse e Agamennone. Gli assediati, vedendo andar via la flotta, uscirono e si radunarono intorno al Cavallo, abilmente tratti in inganno dal racconto di Sinone, un giovane greco istruito da Ulisse, che lo descrisse come oggetto propiziatorio nei confronti di Atena per il ritorno degli Achei. I troiani, per ingraziarsi la dea, lo trascinarono dentro le mura, decretando la loro sconfitta e rendendo immortale il cavallo di legno, associato per sempre alla caduta della loro città. Se vogliamo restare con i piedi per terra, molto probabilmente la guerra si scatenò semplicemente perché due giganti iniziarono a calpestarsi i piedi, finché un giorno non arrivò inevitabilmente lo scontro. Basti pensare ai nomi dei personaggi che ne hanno preso parte, Agamennone, Menelao, Ulisse, Paride, Ettore, Achille, nomi che riecheggiano ancora nella storia.
Giornalista