I ricordi, uniti ai fatti, quasi sempre si traducono in memoria. Tra il finire degli anni ’70 e la metà degli anni ’80, passeggiando per i vialetti alberati del parco termale, potevi imbatterti in una piccola pagoda su cui campeggiava la scritta “Shanghai”. Un negozietto grazioso di oggetti cinesi che attirava l’attenzione dei turisti in tempi in cui gli abitanti del lontano Catai erano ancora da venire.
In realtà, il proprietario era italianissimo, un signore di Telese amante dei viaggi (Vittorio, ndr) che aveva girato mezzo mondo, sposato una finlandese, e con una passione per l’estremo oriente.
Nelle vetrine vi erano esposti, soprattutto, monili di fabbricazione orientale: collane di perle di giada, orecchini, braccialetti e poi ceramica cinese, intarsi di sughero, maschere di drago e giochini per bambini.
Non potevi entrare nelle Terme senza passare per il negozietto e farti rapire dall’atmosfera orientale che evocava la piccola pagoda dai tetti con le falde ad angoli rialzati (in Cina i tetti hanno falde con angoli rialzati che terminano con decorazioni grottesche, la cui funzione è di allontanare gli spiriti malvagi, che secondo una leggenda possono penetrare solo attraverso gli angoli retti).
Verso la fine degli anni ’80 (c’era di sicuro fino all’ ’87!) il negozietto fu tolto e del signore telesino non seppi più nulla. Se, pochi anni fa, da telesini in viaggio per il mondo, foste passati per Seminyak, la zona più moderna dell’ isola di Bali, in Indonesia, vi sareste trovati davanti a un ristorante dal nome non tanto esotico di “Osteria Telese”. E, se presi dalla curiosità, foste entrati a chiedere perché, dall’altra parte del mondo ci fosse un osteria con il nome del vostro paese, avreste trovato Mikko, il figlio del signore telesino che, infine, si era trasferito nell’estremo oriente che tanto amava e aveva creato quella attività che nel nome portava tutta la nostalgia e l’amore per il suo paese.
L’Osteria Telese, un ristorante che aveva anche ricevuto dei premi come migliore cucina italiana e che una food-blogger così ricorda: “Leggendo una delle guide locali, mi sono imbattuto in un’intervista con un italiano espatriato a Bali. Ha raccomandato l’Osteria Telese per la sua autentica cucina italiana. Inizialmente eravamo un po’ preoccupati di provarlo poiché l’esperienza aveva dimostrato che alcuni posti possono essere altamente raccomandati ma deludere. Tuttavia, ero davvero curiosa di provarlo dato che era il nostro ultimo giorno a Bali con solo poche ore prima che dovessi andare all’aeroporto…
Il proprietario, Mikko, è venuto a vedere come stavamo andando. Le ragazze e io avremmo voluto provare più piatti, ma stavamo diventando piuttosto pieni, quindi abbiamo chiesto se potevamo ordinare una mezza porzione di Spaghetti Aglio e Olio. Gli spaghetti erano fatti al dente e la salsa non era eccessivamente agliata né oleosa come in alcuni punti…”
Per questo scritto devo ringraziare il mio caro amico australiano Enrico che mi ha aiutato nei ricordi.