Il Sannio beneventano, situato nel cuore dell’Appennino, grazie alla sua particolare esposizione ha da sempre favorito il sorgere di numerosi castelli. Un numero davvero elevato che testimonia il notevole fenomeno dell’incastellamento avvenuto nella regione sannita; manieri e fortezze che solo in parte rendono l’idea dell’intensa attività militare e storica degli storici borghi, straordinaria testimonianza dell’illustre passato della zona. Un territorio, quello sannita, che è stato attraversato da varie popolazioni, dai Longobardi agli Aragonesi, passando dalla popolazione normanna, quella sveva e dagli Angioini. In origine, castelli e fortificazioni venivano costruiti per la difesa da possibili attacchi esterni e, successivamente, divennero dimore stabili di nobili e signori locali. Non erano un caso le loro posizioni, ma frutto di disegni strategici. Oggi, rappresentano un patrimonio culturale di notevole importanza storico-turistica. E la provincia di Benevento presenta castelli di notevole pregio e fascino. In pillole li sorvoliamo tutti in questo articolo. Continuate a leggerci.
Sant’Agata de’ Goti, splendido borgo insignito della bandiera arancione del Touring Club italiano, è un gioiello sannita che si erige su costoni tufacei. Il nostro tour fra castelli parte da qui, dall’imponente edificio fatto costruire insieme alla chiesa di Santo Menna dal conte Roberto, figlio di Rainulfo. È un castello ducale di epoca medievale, risalente più o meno alla dominazione gotica, quando, fra le terre conquistate vi era anche Saticula. Nell’anno 758 il duca e principe di Benevento elevò a Contea il Castello, eleggendovi per l’appunto un conte. Il castello normanno si affaccia di fronte alla chiesa. Delle antiche quattro torri ne rimane una sola, che in passato fu utilizzata come carcere. Resta l’imponenza di qualche traccia di pittura del 1710 nell’ampio salone, rappresentante Diana e Atteone a firma di Tommaso Giaquinto. A Durazzano troviamo un maniero eretto, probabilmente, per volere di Carlo III di Durazzo verso la fine del XIV sec. Esso si presenta con un impianto quadrangolare e quattro torrioni ai vertici del perimetro. Nel cortile interno vi è una bella loggia forse di epoca catalana e nelle torri cilindriche sono ancora visibili le feritoie per l’uso delle armi da fuoco. All’esterno è ancora presente il fossato, un tempo pieno d’acqua che proveniva da una sorgente sulle pendici del Monte Burano e che circondava l’intera struttura.
Il castello di Airola, con le sue antiche mura, occupa la sommità della collina di Monteoliveto. L’elemento architettonico più significativo è l’ingresso, caratterizzato da un bel portale in pietra sul quale è ancora visibile lo stemma gentilizio Carafa – Della Leonessa. Il fortilizio fu quasi certamente dimora del primo feudatario di Airola, Rainulfo I e, così come il primo signore, dimorarono in esso anche gli altri feudatari che si avvicendarono nel governo del feudo di Airola. Nel 1277, vi soggiornò per tre giorni il re di Napoli Carlo I d’Angiò. Nel 1460, Alfonso D’Avalos lo assediò ed espugnò. Limatola fu terra di transito per popoli erranti, eserciti e condottieri, terra di fascino, leggende e storia. Il castello normanno sovrasta l’antico borgo come una vigile sentinella. Grazie alla sua posizione strategica, in passato il fortilizio rappresentò uno dei più importanti baluardi difensivi nella storia territoriale. Oggi rappresenta un prestigioso punto di interesse storico, artistico e culturale.
Il castello di Faicchio, denominato nei documenti di investitura feudale Rocca Nova, sorge in posizione strategica al centro del paese, su uno sperone di roccia che domina la bellissima valle del Titerno. Molto probabilmente la sua costruzione è antichissima, forse sannita. Prima furono i Longobardi, poi i Normanni, a governare su Faicchio e sulle zone limitrofe. Nel 1135 fu edificato o riedificato dai Sanframondo, nuovi signori del luogo e nel corso del 1300 fu oggetto di restauri e vari ampliamenti. Dopo i Sanframondo arrivarono gli Aragonesi, i quali misero in vendita il maniero, che dopo alterne vicende, nel 1337 giunse nelle mani della famiglia Monsorio, che lo tenne fino al 1520. Nel 1612 fu ristrutturato dal nobile napoletano Gabriele De Martino, la cui famiglia lo tenne fino alla soppressione dei diritti feudali. Puglianello, secondo le fonti storiche e una lapide ritrovata nel Volturno e riportata da Mommsen, fu abitata già in epoca romana. Probabilmente la crisi sismica che nel 1349 distrusse Telesia e la fine del potere feudale della vicina abbazia del Salvatore causarono l’accrescimento del centro urbano attuale. Il suo castello ha un impianto tipicamente rinascimentale, con pianta quasi quadrata a corte chiusa, quattro torri angolari a pianta circolare, la cui principale, quella verso Nord, è anche la meglio conservata.
A Guardia di una valle è il castello di Guardia Sanframondi, la cui origine si fa risalire al dominio normanno dei Sanframondo. La sua costruzione si attribuisce a Raone. La famiglia francese dei Sancto Fraymundo nel XII secolo divenne padrona assoluta e incontrastata dell’intero territorio. Non è certamente un caso che Guardia fosse denominata Warda, per l’appunto guardia o vedetta, proprio la sua posizione che rendeva perfetto ogni controllo. Il castello guardiese era una vedetta perfetta. Lo studioso locale Abele De Blasio afferma addirittura che il castello sia sorto come vedetta al tempo di Zotone. A prescindere dalla data di fondazione, certo è che la sua fisionomia è cambiata nel tempo. La torre che si erge attualmente rappresenta solo uno degli altri tre punti di vedetta di cui il castello era munito. Probabilmente era presente anche una quarta torretta così come le porte che davano accesso alla imponente struttura. Quella principale, probabilmente, si trovava sull’attuale piazza Castello. Quando la popolazione aumentò vennero create abitazioni al di fuori delle mura. Dal torrione medievale è visibile un magnifico panorama e il suo giardino, la grande terrazza e le due sale interne sono la location ideale per manifestazioni, convegni, degustazioni.
Andare a Casalduni è un’ottima occasione per gustare la tipica gastronomia della zona: pasta fatta in casa condita da generosi ragù, carni gustose, salumi e formaggi, e l’immancabile buon vino. Sull’origine del suo castello non si hanno notizie certe e la bibliografia è scarsa, per non dire inesistente. Si avanzano ipotesi di insediamento iniziale longobardo o forse più probabilmente, normanno. Nel tempo, con i vari rifacimenti, il castello ha perso la sua funzione iniziale di fortezza per diventare residenza padronale e oggi abitazione multipla di proprietà di alcuni nuclei familiari della zona. Il castello di Montesarchio è una struttura storica che domina la Valle Caudina, ubicata su un’altura che si erige sulla intera città. Fu originariamente edificato per motivi militari e di ordine pubblico, prigione di dissidenti politici, e oggi ospita il Museo Archeologico Nazionale del Sannio Caudino. Il castello, nel corso dei secoli, ha subito numerose modifiche. Ha una pianta a forma decagonale ed è difeso da possenti mura, originariamente dotato di quattro torri. All’interno c’è un grande cortile con una fontanella che serviva l’acqua agli abitanti e per abbeverare gli animali, e intorno al cortile, c’erano le stanze dei servitori mentre, ai piani superiori, si trovavano i saloni di rappresentanza e le camere padronali.
Tra il X e l’XI secolo anche Circello, come tutto il territorio sannita, subiva la dominazione longobarda. Allora, nel punto più alto del promontorio, fu fatta sorgere una prima torre di avvistamento a difesa del borgo, mentre probabilmente il castello sorse sotto la dominazione normanna. Circello era parte della Contea di Civitate. Furono costruite sette cinte di difesa interna e sette porte con sette camminamenti, e vi era un passaggio segreto che portava al castello e che veniva usato nei momenti di pericolo. La costruzione della torre risale al periodo della dominazione aragonese, mentre i lavori furono affidati a Francesco di Giorgio Martini quando, alla fine del XV secolo, si trovava nel meridione d’Italia. Il castello fu teatro della battaglia del 3 giugno 1496, combattuta tra Aragonesi e Francesi, durante la quale perse la vita il famoso Capitano di Ventura, Camillo Vitelli. Oggi il castello è di proprietà comunale. Ad Apice, il castello dell’Ettore risale al VII secolo. Originariamente era formato da quattro torri a pianta decagonale, ma oggi ne sono rimaste soltanto due; dopo varie opere di ristrutturazione, attualmente ospita un museo d’arte contemporanea e contadina ed è altresì sede di attività culturali. Vi sono esposti piccoli reperti archeologici. In passato teatro di aspre battaglie, ha ospitato personaggi famosi come Federico II di Svevia, il figlio Manfredi, che qui avrebbe trascorso la sua ultima notte prima di morire, e Sant’Antonio da Padova a cui gli apicesi sono particolarmente devoti. Oggi il fortilizio è provvisto di prestigiose sale e di uno spettacolare giardino pensile che domina su panorami mozzafiato. Il celebre castello è diventato location di eventi esclusivi oltre che di mercatini natalizi, con tanto di casette della gastronomia e casa di Babbo Natale, che danno nuova vita al borgo fantasma sannita nel periodo più magico dell’anno.
Giornalista