Accadde oggi: 25 agosto 2005, la violenza dell’uragano Katrina

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Il 25 agosto 2005 l’uragano Katrina colpì la parte sud-orientale della Florida, una regione densamente abitata, con raffiche che arrivarono fino a a 130 km/h, provocando gravi danni, e con precipitazioni che provocarono inondazioni fatali. L’uragano, in seguito, si spostò lungo il Golfo del Messico, dove si rinforzò, alimentato dall’acqua calda, e dopo quattro giorni colpì la costa meridionale degli USA, devastando le infrastrutture lungo una linea costiera di circa 160 chilometri. In quel giorno di agosto, un vortice di bassa pressione al di sopra delle Bahamas, nell’Oceano Atlantico, si trasformò nell’uragano Katrina, con la corrente d’aria che circolava in senso antiorario. La stagione ufficiale degli uragani va da giugno a novembre e ognuno di essi può costituire un’enorme minaccia tanto per la popolazione quanto per le infrastrutture. Ciò dipende dalle intense precipitazioni e inondazioni, nonché dai forti venti.

Il Katrina è stato, ad oggi, il sesto uragano atlantico più forte mai registrato e il terzo più forte che abbia mai raggiunto le coste degli Stati Uniti. Non solo: è stato il secondo più grave in termini di danni economici ed uno dei più gravi dal punto di vista dei morti, visto che in tutto, nella capitale della Louisiana e nei dintorni, ne provocò 1.836. Si stima che i danni fossero quantificabili in 81,2 miliardi di dollari, mentre le quasi 2mila vittime furono inferiori solo a quelle dell’uragano Okeechobee nel 1928, che causò oltre 4mila morti. Nel caso di Katrina, furono ritenute in buona parte responsabili della strage le amministrazioni centrali e locali, in particolare il sistema di protezione contro le inondazioni a New Orleans. L’uragano perse poi intensità già dal 29 agosto, addentrandosi sulla terra ferma. Oltre ai vasti danni per l’economia e per l’industria del taglio e della produzione del legno, le terre che furono distrutte erano anche zone di riproduzione per mammiferi marini, pellicani marroni, tartarughe e pesci, oltre che per specie migratorie come il moriglione testarossa. Circa il 20% delle paludi locali furono permanentemente sommerse dall’acqua.