Immagini dal Sannio: il Molise, la terra tra i fiumi Trigno e Biferno

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In copertina, le sorgenti del fiume Biferno. Foto di Teresa Di Niro

Il Molise è una piccola ma grande risorsa verde incastonata fra i bacini dei fiumi Biferno e Trigno e fra torrenti e valloni intermedi. Questi due fiumi sono perfettamente paralleli, nemmeno un progettista avrebbe saputo fare tanto. Il Biferno è un interamente molisano e occupa completamente il territorio della provincia di Campobasso, nel quale viene vinificato anche il rinomato Biferno DOC. Ha una lunghezza di 95 chilometri e sbocca nel mare Adriatico, a sud di Termoli. Nell’antichità veniva chiamato Tifernus. Il corso d’acqua è ricordato da Plinio come confine settentrionale dei Dauni. Nei primi testi greci editi veniva detto corrottamente Φιτερνον, da cui Phiternum, e in seguito Bifernum, da cui è derivata l’odierna nomenclatura. Narra la leggenda che presso le sue sorgenti si fossero insediati i primi sanniti preceduti dal bove sacro, da cui Bovianum, città da loro fondata. Un importantissimo fiume, la cui più notevole sorgente è il monte Matese e nel quale, dopo poche centinaia di metri dalla sua origine, confluiscono le acque delle quattro sorgenti di Santa Maria dei Rivoli e poi quelle del Torno. In seguito, sgorga la copiosa sorgente Pietrecadute e ancora dopo le acque del rio Freddo. Un percorso molto tranquillo, nessuna cascata o brusca interruzione. Dopo la Piana di Bojano, il fiume s’immette in una valle tufacea, angusta, piena di terreni scoscesi. Il suo flusso, rinvigorito dalle acque di affluenti e torrenti, arriva alla sua foce non prima di immettersi nel lago artificiale di Guardialfiera. Un percorso che regala al paesaggio che attraversa un aspetto puro, ameno, incontaminato, grazie alla natura meravigliosa che lo circonda e alla ricchezza dell’ecosistema in cui si immerge e procede. Rafting, canoe, kayak danno vita e movimento continui, grazie agli sportivi e ai semplici appassionati che ne apprezzano il paesaggio e la limpidezza delle sue acque.

Il territorio bifernino è un paesaggio puntellato maggiormente dalla presenza di vitigni, che gli donano un aspetto tipicamente rurale e agro-pastorale, da Bojano a Campomarino, passando per Oratino, Castropignano, Guglionesi. La coltivazione della vite certamente affonda le sue radici in tempi molto lontani, come quello del periodo Sannita, e ancora oggi rappresenta una delle maggiori eccellenze regionali. Un territorio dalla biodiversità molto ricca, il cui abitante principale è il gambero di fiume, una specie che l’Unione Europea considera molto importante dal punto di vista della tutela e conservazione. Questa presenza evidenzia la naturalità di questo luogo. Le foreste ripariali sono a salici e pioppi, che hanno la capacità di depurare le acque assicurandone un’ottima qualità, consolidando le sponde, evitando il fenomeno dell’erosione. Il Biferno è considerato un corridoio migratorio delle gru dall’Europa all’Africa e viceversa, ed è l’habitat naturale per le mustelidi-

Il Trigno, anticamente Trinius, dopo il Biferno è il fiume che maggiormente interessa e rappresenta il territorio molisano. Anticamente era un corso idrico conosciuto alle popolazioni italiche in quanto alcuni importanti centri dominavano la sua valle, tra cui Pietrabbondante, Trivento, Schiavi D’Abruzzo, Montefalcone del Sannio. Sul Trigno vi era un porticciolo che serviva i Balcani, forse identificabile col Trinium portuosum di Plinio il Vecchio. Le sue sorgenti si trovano ai piedi di Monte Capraro, nei pressi di Vastogirardi, in provincia di Isernia. È un fiume che interessa interamente il Molise nei primi 35 km, dopo segna i confini con l’Abruzzo. Le principali sorgenti sono quelle di Capo Trigno che scaturiscono alle falde di Monte Capraro e di Sant’Angelo, ai piedi di monte Difesa Grande. Nella prima parte del suo percorso il fiume ha un andamento abbastanza tranquillo, arrivato a Chiauci s’immette in una stretta valle con scoscendimenti fino al Ponte Sprondasino, a valle di Bagnoli del Trigno. Arriva al mare con un andamento tranquillo, in una maestosa e bella vallata, ampia ed elegante. Ed è qui, in territorio di Roccavivara, che si può ammirare la chiesa di Santa Maria di Canneto, gioiello di arte romanica racchiuso da un boschetto che affaccia direttamente sulle sponde del fiume. Verso la foce, il Trigno raccoglie le acque di numerosi torrenti e valloni, sia dal versante molisano che da quello abruzzese. Più avanti entra nella zona del nucleo industriale di San Salvo, primo comune della regione abruzzese. Fino a pochi decenni fa la Piana di Sant’Angelo, dove oggi si trova il nucleo industriale, ospitava una vastissima foresta planiziale, considerata la più grande d’Abruzzo e che si estendeva sino alla foce del fiume.

La chiesa di Santa Maria di Canneto a Roccavivara, sulle sponde del Trigno.
Foto di Salvo Imprevisti

Anche la Valle del Trigno attraversa territori incontaminati, dove la natura la fa da padrona, senza distanziarsi troppo dai centri abitati di caratteristici borghi con tradizioni ancorate al passato, nonostante guardino al futuro, tra i quali piccole smart cities in un cuore verde. Un territorio in cui gli Appennini assumono profili drammatici e sono punteggiati qua e là da minuscoli paesi che sorgono a breve distanza tra loro, con le loro armoniche geometrie di tetti e finestre che affacciano su caratteristici centri storici. Qui la vegetazione viene interrotta da strade che in prossimità delle montagne si avvolgono a tornanti, dalle quali è possibile avvistare falchi nel loro volo. Il fiume rappresenta un perfetto habitat per specie animali e vegetali, tanto che l’alveo fluviale e la vallata del fiume sono stati classificati siti di interesse comunitario (S.I.C.) proprio per l’importanza degli habitat prioritari e delle specie, soprattutto di uccelli, presenti. Da Agnone a Bagnoli del Trigno fino ad arrivare ai confini con l’Abruzzo, i panorami circostanti lasciano davvero a bocca aperta. Vaste distese di verde che nei periodi caldi e soleggiati ci regalano uno spettacolo policromo di rara bellezza, mentre nel periodo autunnale le sue colline e le sue radure sanno distinguersi da contrasti di colore, che vanno dall’arancio all’oro e che certamente ci fanno innamorare sempre di più di questa piccola, grande regione che esiste, eccome! Il Molise.