Oggi è Santa Lucia e il mio consiglio è di visitare il piccolo centro sannita di Sassinoro che celebra la Santa grazie a una particolare leggenda e al santuario a lei dedicato. Il culto risale al 1600. Secondo la tradizione popolare, in primavera alcuni pastori si recavano in montagna, nella vasta distesa di boschi, e un giorno si imbatterono in una grotta a tutti sconosciuta. Era lì che trascorrevano le giornate di caldo, fino a quando il freddo autunnale non li costringeva a scendere in paese. Più di una volta, nella primavera del 1600, una porzione di gregge guidata dai pastori sparì dalla loro vista. Questi si precipitavano a cercare le pecore e, quando ritornavano nel luogo iniziale, ritrovavano l’armento che pascolava come se nulla fosse accaduto. Il gregge spariva attraverso il foro di un roveto e raggiungeva l’antro di una grotta lì nascosta. I pastori vi si recarono carponi, finché non giunsero alla cava luminosa. In quell’antro, narra la leggenda, apparvero Santa Lucia e San Michele Arcangelo.
Dopo tale avvenimento miracoloso, i fedeli di Sassinoro e dei paesi limitrofi cominciarono unanimemente a venerare i due santi. Don Francesco De Petroniano, che tanto si diede da fare per la valorizzazione del luogo, fece ricavare, all’interno della grotta, una nicchia per l’adorazione delle statue dei venerati e ne chiuse l’ingresso con un cancello. I lavori furono completati nel 1643.
Il santuario in onore di Santa Lucia fu realizzato intorno alla fine degli anni Trenta del secolo scorso e fu eretto sulla grotta scavata sotto il monte. Durante i lavori di scavo del 1938, fu rinvenuta una statua di bronzo databile al III secolo a. C. raffigurante la dea Demetra, e questo solleva diverse ipotesi sul fatto che la spelonca fosse un luogo di culto già nel periodo pagano, cui poi si sarebbe sovrapposta l’adorazione per San Michele e Santa Lucia.
Giornalista