Immagini dal Sannio: a Pietrelcina nei luoghi santi di Padre Pio

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In copertina, la chiesetta di Piana Romana.
Foto di Mario Ferrante

Il piccolo borgo protagonista di oggi è considerato uno dei più importanti del Sannio beneventano e non solo. Un centro che rapisce per la sua alta spiritualità, per la ricchezza che dona agli animi che lo visitano e lo vivono. Pietrelcina si trova a 12 km da Benevento, su una collina lambita dal fiume Tammaro, un paesino rurale, essenziale, in cui ogni cosa parla del Santo tanto amato. Qui si respira un’atmosfera che ha il sapore del genuino e dell’essenziale. Un luogo che ha un’origine antica. Il suo nome deriverebbe da pietra pucina ovvero pietra piccola. Le prime tracce storiche del borgo risalgono al XII secolo, e successivamente fu feudo dei Camerario, Caracciolo, D’Aquino, Carafa. È chiamata l’Assisi del meridione, luogo di pace e di fede, conosciuta in tutto il mondo per aver dato i natali, il 25 maggio 1887, a Francesco Forgione, il santo sannita tanto amato nel mondo, il frate stigmatizzato che in ogni angolo del pianeta è conosciuto come Padre Pio da Pietrelcina. Un uomo modesto, proveniente da un’umile famiglia di agricoltori, che visse la sua infanzia nei vicoli del rione Castello, in vico Storto Valle, nel suggestivo cuore antico del paese. Ricevette il sacro battesimo nella chiesetta di Sant’Anna, e fu a Pietrelcina che trascorse la sua infanzia, amato dai suoi umili genitori, Grazio e Peppa Forgione. Il santo delle visioni celestiali avute sin dalla giovanissima età, un giovane come gli altri che aveva il dono della fede e della contemplazione, che amava pregare e ammirare il volto di Gesù sul crocefisso, che tanto sentiva di appartenergli. Devoti da ogni angolo del mondo, ogni anno visitano questo caratteristico gioiello in pietra del Beneventano, che profuma di sacro e in cui è possibile respirare l’aria impregnata di amore, speranza e fede.

Il centro storico è caratterizzato da tante viuzze in pietra calcarea, strette e che si allargano, che si rincorrono e si intersecano, con scale e slarghi che ricordano, da lontano, un presepe. Siamo nel suddetto rione Castello, il cui ingresso è caratterizzato da Porta Madonnella, dove il giovane frate passava spesso recitando il rosario con i vicini. Il rione custodisce anche la Cucina, una piccola abitazione di due vani utilizzata dalla famiglia Forgione, che oggi ospita un bellissimo presepe di scuola napoletana. La chiesa di San Bernardino, databile al XVI secolo, e la chiesa della Madonna della Pace del XII secolo, meritano una visita, ma risalta all’occhio e al cuore il Convento dei frati Cappuccini, costruito nel 1603, da sempre centro di noviziato, ove Padre Pio, occupante la cella numero 18 e successivamente quella col numero 28, pregò e studiò. Fu lì che il 28 gennaio 1904 vestì il saio dei cappuccini assumendo il nome di Fra’ Pio da Pietrelcina, poi consacrato nel duomo di Benevento dall’arcivescovo di Marcianopoli.

La casa natale di Padre Pio si trova al numero civico 27 di vico Storto Valle. Fu qui che nacque il piccolo Francesco, nella camera da letto dei genitori. Nel pavimento della stanza vi è una botola che conduceva al magazzino dove riposava l’asino che il padre di Francesco usava per andare a lavorare in campagna. Secondo la credenza, in questa stanza Padre Pio fece le sue prime esperienze soprannaturali ed era qui che usava dormire spesso per terra, utilizzando una pietra come cuscino. In località Piana Romana, invece, fuori dalle mura del centro storico, troviamo ancora un appezzamento di terra con una masseria, oggi ristrutturata, ma arredata con la semplicità e lo stile umile dell’epoca. La casa in campagna di Padre Pio, a Piana Romana, è una delle zone più visitate del borgo sannita: andare lì vuol dire immergersi nella semplicità e nell’umiltà della famiglia Forgione, un ambiente ricco di amore e di semplicità, che ci fa vivere un’atmosfera densa di amore. Qui venivano conservati gli attrezzi per i campi, il pozzo che fece costruire il Santo indicando il luogo esatto dove trovare l’acqua e sempre in questa masseria il 7 settembre 1910, sotto l’olmo che oggi è meta di pellegrinaggi, avvenne il segno della passione di Cristo sul corpo di Padre Pio, le stigmate, come lui stesso, in una lettera datata indirizzata a Padre Agostino di San Marco in Lamis, scrisse: “Ieri sera mi è successo una cosa che io non posso né spiegare né comprendere. In mezzo alla palma delle mani mi è apparso un po’ di rosso. Questo dolore era più sensibile in mezzo alla mano sinistra, tanto che dura ancora. Anche sotto i piedi avverto un po’ di dolore. Questo fenomeno è quasi da un anno che si va ripetendo…”. L’olmo oggi è conservato in una chiesetta nella quale il Santo, durante le caldissime giornate estive, era solito ritirarsi in preghiera.

Un vicolo del centro storico, nei pressi della casa di Padre Pio.
Foto di Barbara Serafini

La chiesa della Sacra Famiglia, costruita per volere di Padre Pio stesso, custodisce l’unica reliquia del corpo di Padre Pio conservata al di fuori di San Giovanni Rotondo: si tratta dell’osso ioide, a forma di “U” che si trova alla base della lingua. Alla struttura ecclesiastica è annesso un piccolo museo dove si conservano alcuni oggetti appartenuti al frate. La chiesa Madre di Santa Maria degli Angeli è quella nella quale Padre Pio celebrò la sua prima messa. Fu distrutta dal terremoto del 5 giugno 1688 e venne ricostruita a tre navate con pianta a croce greca. Sede parrocchiale, è qui che si venera la Madonna della Libera, patrona di Pietrelcina, ricordata il 3 dicembre di ogni anno. Sempre nel cuore antico del borgo si può ammirare la Torretta, il rifugio di studio nel quale Padre Pio ebbe le prime visioni demoniache e celestiali che caratterizzarono la sua vita, e nel quale cominciò a scrivere l’Epistolario.