“Giovani & Lavoro”, apre la prima Scuola d’Imprenditorialità della Diocesi di Cerreto

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Comunicato Stampa – Giovanni Pio Marenna

Dopo la kermesse della prima edizione del Festival del Lavoro diocesano, come vetrina promozionale e di ascolto delle imprese e tra le imprese (anche rispetto al facilitare le relazioni tra domanda e offerta di lavoro), il progetto “GIOVANI & LAVORO” mette in campo un secondo segno concreto: la Scuola d’Imprenditorialità. Nato con il deciso intento di porre un freno alla piaga della disoccupazione e alla fuga dalle aree interne, provando a costruire speranza, e cioè opportunità lavorative sul territorio, la seconda esigenza maggiormente riscontrata dagli organismi diocesani che hanno messo in piedi questo progetto (Progetto Policoro, – Caritas, Pastorale Sociale e del Lavoro e Pastorale Giovanile – Scuola diocesana d’Impegno Socio-Politico, Azione Cattolica diocesana e Movimento Studenti dell’AC diocesana) riguarda la formazione e l’aggiornamento delle competenze di chi offre e di chi cerca lavoro. Aperto e gratuito per tutti, in particolare naturalmente per i giovani e per gli stessi imprenditori, il percorso avrà inizio il prossimo venerdì 12 gennaio, con cadenza settimanale, fino a venerdì 16 febbraio e si svolgerà a Cerreto Sannita, presso Casa Santa Rita (via Sannio, 43). Il percorso di studi mira a dare le basi per operare nel mondo dell’imprenditoria, nell’ottica di dare uno slancio di speranza ad una realtà delle aree interne come quella della nostra Diocesi, che, come detto, soffre oggi in modo importante la problematica della disoccupazione giovanile e la piaga della fuga dal nostro territorio. L’imprenditore secondo papa Francesco, strategie, marketing e sostenibilità in azienda, contratti di lavoro e flessibilità e un laboratorio di progettazione, i temi centrali che affronterà questo percorso intitolato “Pronti per l’impresa?” spiegati ed esposti da docenti delle Università di Benevento, Bologna e Trento. Infatti tutto lascerebbe presupporre che sia un’impresa creare lavoro nel nostro territorio. Ma, forse, proprio nelle aree interne più che altrove, la dimensione di filiera corta può attivare filiere di produzione di valore, capaci di mettere a sistema risorse ed energie locali, e innescare così sempre più circoli virtuosi di sviluppo sociale ed economico del territorio, in una prospettiva sostenibile e inclusiva che può dare dei buoni frutti.