Benvenuti nel Sannio: la chiesa di San Sebastiano di Guardia Sanframondi (FOTO)

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Il campanile di San Sebastiano.
Foto di Angelo Bove

Se decidete di recarvi a Guardia Sanframondi, non dimenticate di visitare la bellissima e preziosissima chiesetta dedicata a San Sebastiano, non a caso definita La piccola Cappella Sistina della Valle Telesina. Una chiesa a unica navata, con un altare maggiore maestoso e luminoso come i marmi pregiati di cui si fregia, che da solo è considerato una vera e propria opera d’arte. Il primo impianto sorse nel 1515 dai maestri conciatori di pelle di Guardia che, all’epoca, era rinomata nell’ambito della concia delle pelli, un grande fiore all’occhiello del borgo del Sannio, definita Guardia delle sòle.

Il monumento architettonico subì la dura condanna del terremoto del 5 giugno 1688: quel grande boato che rese in frantumi la maggior parte dei borghi sanniti, che tenne sul peso della coscienza feriti e moribondi, polveri innalzate in cielo e un grande, devastante, assordante silenzio. Il terremoto che rase al suolo Guardia. I conciatori di pelli riuscirono a risollevarne le sorti e chiamarono in paese due artisti che hanno fatto di questa chiesa una vera e propria eccellenza: Domenico Antonio Vaccaro, prestigioso, se non il più autorevole artista settecentesco napoletano, al quale si devono sculture e preziosi stucchi, fu chiamato dai conciatori di pelle proprio per dare pregio alla struttura con i suoi preziosi elementi decorativi, forgiati da quelle due sapienti mani maestre, e Paolo De Matteis, uno dei più grandi discepoli di Luca Giordano che tanta magnificenza diede anche agli interni della Reggia di Versailles.

De Matteis affrescò la volta e le tele della chiesa-gioiello. La volta, suddivisa in riquadri, dalle ricche cornici di impronta rococò napoletano, al centro, per devozione dei committenti, conserva l’affresco della “Vergine Assunta in cielo”. Meravigliose tele di De Matteis sono esposte nelle Sale Museali del Palazzo Municipale di Guardia Sanframondi. Nel luglio 2021 alla chiesa di Guardia sono state restituite due sculture marmoree, due angeli da capo altare, speculari, che si oppongono l’un l’altro, drappeggiati da foglie e frutta, come sinonimo di epoca barocca, a firma di una bottega campana proprio del Seicento, che dalla chiesa furono trafugati ben 32 anni fa, nel lontano 1989.