Immagini dal Sannio: Camposauro e Bocca della Selva, tradizionali mete di Pasquetta

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In copertina, il Parco Regionale del Taburno-Camposauro.
Foto di Antonio Castellitto

Camposauro e Bocca della Selva sono le mete ideali per le nostre giornate sulle neve, ma anche per le passeggiate primaverili a contatto con la natura che le circonda e per le gite fuori porta della Pasquetta e del Ferragosto. Specialmente durante le torride giornate estive, la frescura dei boschi porta giovamento e rigenerazione.
Il massiccio del Taburno-Camposauro e le vette del Matese sono certamente tra le aree naturalistiche più rinomate del Sannio, sotto una candida coltre di neve o tra prati fioriti da policrome specie, spesso rare e protette, in un contesto di notevole interesse storico, culturale e di tradizioni.

Nel primo caso ci troviamo nel Parco Naturale Regionale Taburno-Camposauro, istituito il 6 novembre 2002, per la tutela del massiccio Taburno-Camposauro. E proprio Camposauro è la seconda vetta più alta della Bella Dormiente del Sannio, quel massiccio che, venendo dalla città di Benevento, assume le sembianze di una donna distesa e addormentata, con i piedi rivolti verso la Valle Caudina e la testa, rappresentata dal monte Pentime, verso la Valle Telesina.
Siamo a quota 1390 mt, solo quattro in meno rispetto al monte Taburno. Vi si arriva percorrendo tornanti circondati da una fitta vegetazione, i cui colori variano nelle tonalità di verde più o meno intense. Il meraviglioso panorama che si ammira da Camposauro lascia incantati e piccoli rispetto alla grandezza che si manifesta al cospetto: l’intera Valle Telesina ai propri piedi, col lago di Telese riconoscibilissimo e che spesso viene utilizzato come punto di riferimento per poter localizzare tutti gli altri paesi intorno.

Camposauro è caratterizzato da un bosco molto fitto dal quale, attraversandolo, si può raggiungere una chiesetta all’aperto, col suo piccolo altare. Salendo un po’ più in alto si raggiungono i 1187 mt e una croce di vetta che indica un altro luogo in cui è possibile godere di uno straordinario panorama. Camposauro è una località molto amata da villeggianti e turisti, da chi cerca conforto nella calura estiva e da chi sente la necessità di stare qualche ora a contatto con la natura. Il Parco Avventura è uno dei maggiori della Campania e dell’Italia meridionale, molto ben attrezzato con percorsi in altezza, allestiti tramite piattaforme di legno, cavi, liane, carrucole e il ponte tibetano.
Passeggiando tra sentieri e tracciati è facile imbattersi in varie specie animali, tra cui il cinghiale, la volpe rossa, la lepre, il fagiano, lo scoiattolo, il riccio, la talpa. E tanti uccelli notturni, come il gufo, la civetta, il barbagianni, e poi la poiana, il gheppio, il tordo sassello o il picchio muratore. Ancora, abbondano cinghiali, ricci, lepri, caprioli, mufloni nonché cavalli allo stato brado. Di qualche anno la notizia, da parte del WWF, della presenza stabile di un branco di lupi.
La vegetazione è costituita soprattutto da aceri, carpini e frassini, e nelle zone più alte faggi e lecci. Gli abeti bianchi presenti sono di impianto artificiale e rigogliosa è la vegetazione anche dei campi coltivati a frutteti, vigne e oliveti.

Bocca della Selva innevata.
Foto di Giuseppe Del Nigro

Faggete fitte e molto estese anche a Bocca della Selva, rinomata località sciistica matesina, almeno un tempo, al confine fra due province, quella di Benevento e quella di Caserta, e ponte fra due regioni, Campania e Molise. Si tratta di una piccola località a 1450 m.s.l.m., nella quale è possibile sentire unicamente il vento che soffia nella fitta boscaglia, assieme a risate di bambini e adulti che in inverno approfittano di slittini e bob per potersi divertire tra un pupazzo di neve e una battaglia di palle e che in estate possono godere di rigeneranti passeggiate a piedi o a cavallo.
Una località molto rinomata per il suo sottobosco ricco di funghi, tra cui i rinomati porcini, lamponi e fragole. Di suggestivo interesse è lo stupendo sentiero che conduce al monte Mutria, con la sua vetta a 1900 m.s.l.m., percorribile facilmente per chi è appassionato di passeggiate in montagna e trekking. Una zona oggi purtroppo trascurata, nonostante sia ancora considerata la “perla bianca del Matese”, con la sua pista sciistica lunga tre chilometri ma dismessa.
Un deserto bianco, così com’è stata definita, con strutture abbandonate, in un’area che un tempo era considerata lustro e vanto della zona matesina. Ciò non toglie che la memoria del tempo che fu la rende ancora una delle regine del Matese. La fauna del territorio è particolarmente ricca di cinghiali e caprioli, lupi, volpi, lepri, donnole, martore, tassi, faine, gatti selvatici e scoiattoli. E riguardo alla vegetazione, non solo faggi: fanno bella mostra di sé anche querce, lecci, castagni, frassini e ornelli. Una passeggiata nei suoi boschi può facilmente farci imbattere nella genziana, nella genzianella, l’arnica, l’issopo.