Vitulano e Cautano, piccoli centri del Taburno, sono molto noti per i pregiati marmi che producono. Il loro utilizzo nell’edilizia storico-monumentale campana e nel restauro dei centri storici è molto diffuso. Le eccellenti qualità furono esaltate dall’artista Luigi Vanvitelli nella decorazione parietale dello Scalone Reale o della Cappella Palatina della Reggia di Caserta, il monumento che più di ogni altro al mondo doveva risplendere in meraviglia e sfarzo in quanto specchio della casa reale dei Borbone. Si dice che Vanvitelli, molto impegnato a ricercare i materiali più belli e preziosi, si recò sul Monte Camposauro, restando allibito di fronte alla bellezza e alle tonalità che regalava quel marmo, al punto da far costruire una strada per trasportarlo velocemente dalle cave fino al cantiere edile della Reggia.
Il marmo rosso è stato inoltre utilizzato nei migliori monumenti storici di diverse località, non solo campane. Lo troviamo al Teatro San Carlo, presso la Reggia di Capodimonte, fino ad arrivare all’estero, in Francia, ma anche in Gran Bretagna, e addirittura sulle guglie del Cremlino, a Mosca. Il colore rosso sangue e brillante crea un collegamento con il marmor taenarium, una tonalità caratteristica della statuaria antica, che rappresentava principalmente i soggetti dionisiaci.
Il marmo della cava Uria ha delle venature il cui cromatismo spazia dal grigio al rosso e offre un favoloso ventaglio di sfumature, dal bruno scuro fino al lilla. Tali poliedriche tonalità, ancora oggi sono molto ricercate da artisti locali, come il vitulanese Mariano Goglia. Nei giorni nostri, l’estrazione di questo prezioso materiale continua tramite accurati parametri, nel rispetto dell’ambiente storico, in un sito protetto dove ogni fase della lavorazione è allo stesso tempo antica e tecnologicamente avanzata.
Giornalista