Oggi siamo nella cosiddetta Terra del Vento, il Fortore, territorio aspro, brullo, ventoso ma molto ospitale.
San Marco dei Cavoti è un borgo collinare con un centro storico molto caratteristico che si trova in una posizione tale da poter ammirare, con un colpo d’occhio, un panorama che si spinge ai monti del Partenio, al Taburno e al massiccio del Matese. Il tratto urbano è lambito dal torrente Tammarecchia, che confluisce nel fiume Tammaro. Proprio lungo il suo percorso vi è un parco naturalistico intitolato al pittore Ettore Cosomati.
Il cuore antico del paese è molto caratteristico e ricco di storia, a partire da piazzetta Vicedomini, legata a leggende spesso inverosimili, ma che restano vive nella mente di chi le ascolta. Piazza del Carmine è l’antico fulcro religioso del paese, dove è situata l’omonima chiesa, già intitolata alla SS. Annunziata, che nel corso dei secoli è stata più volte rimaneggiata. E ancora, la chiesa dedicata a San Marco Evangelista, quella dedicata a San Rocco, e la rurale chiesa dedicata a Santa Barbara. La Torre Provenzale è un elemento architettonico caratteristico del borgo fortorino, struttura in pietra a vista a pianta circolare, che in passato era un carcere, finché divenne campanile della chiesa di San Marco.
Il borgo vanta percorsi museali come il Museo dell’orologio e il Museo della pubblicità, del packaging e del commercio, ed è conosciuto come la patria del torrone e del croccantino, vera specialità del territorio. È a base di zucchero, mandorle e nocciole tritate ed è ricoperto da cioccolato fondente. Ideato dal cavalier Innocenzo Borrillo, questo torroncino deve il suo successo oltre che alla qualità, anche alla pezzatura; ognuno, infatti, pesa circa quindici grammi e viene incartato singolarmente. Oggi sono diversi i lavoratori che producono croccantini e che custodiscono gelosamente le proprie ricette che la maggior parte delle volte vengono tramandate da generazioni e si tratta di vere e proprie segreti di famiglia.
Giornalista