La prima sede del club fu il retrobottega di un’officina ciclistica situata in corso Re Umberto
Era il 1° novembre 1897 e un gruppo di studenti torinesi del Liceo Classico Massimo d’Azeglio, appassionati al gioco inglese del football, in grande espansione anche in Italia, diede vita al club calcistico poi divenuto tanto glorioso, che dapprima fu chiamato Sport-Club Juventus, naturale conseguenza dei pomeriggi post-scolastici trascorsi a giocare al football nella vicina Piazza d’Armi, lì dove c’era una panchina utilizzata come punto di ritrovo, ora conservata nel museo ufficiale della società. I ragazzi, inizialmente tredici e diventati poi diciotto, scelsero come prima sede il retrobottega di un’officina ciclistica situata in corso Re Umberto, di proprietà della famiglia Canfari e, durante una delle prime riunioni, misero ai voti il nome della neonata società: dopo aver pensato a Società Via Fort e Società Sportiva Massimo d’Azeglio, propesero per il più neutro, Sport-Club Juventus, dal richiamo latineggiante ma anche internazionale, così da renderne più semplice l’eventuale diffusione all’estero. La data esatta della fondazione ufficiale del club è sconosciuta, ma si è sempre utilizzato il 1° novembre 1897 in via convenzionale.
La prima divisa sociale, già adottata nel 1897, era bianca con pantaloni alla zuava, ma venne modificata l’anno successivo con l’adozione di una camicia rosa con cravattino (o papillon) e pantaloni neri: il rosa e il nero erano, infatti, i colori sportivi del Liceo d’Azeglio. La maglia a strisce verticali bianconere venne introdotta soltanto nel 1903 per iniziativa di Gordon Thomas Savage, il primo calciatore straniero a militare nel club: di ritorno dall’Inghilterra, Savage portò a Torino una muta di maglie del Notts County, più moderne e performanti, e le donò alla Juventus. Da quel giorno, il bianco e il nero, simboli di purezza e autorità, diventarono i colori ufficiali del club.
Giornalista